Di Pierre Coppi – Originariamente pubblicata nel 2007
Il commento attuale, 2023: “Quando ancora Konami aveva a cuore uno dei suoi franchise più iconici e anzi, ne portava orgogliosamente alta la bandiera, il vedere un capitolo dedicato in esclusiva per la allora potentissima PSP fu qualcosa di inaspettato. Oggi, col senno di poi, rimpiangiamo quella incoscienza, quel voler osare delle software house di allora: è vero, spesso questi exploit si rivelavano dei flop, ma ogni tanto, poteva capitare di ritrovarsi (letteralmente) tra le mani un capolavoro. Come questo MGS Portable Ops, un titolo che, se prestate attenzione, potete vedere come facesse da precursore in molte delle sue meccaniche a quelli che sono stati gli ultimi due capitoli della serie, Metal Gear Solid Ground Zeroes e Metal Gear Solid V.” – Pierre Coppi
Il Metal Gear Solid più piccolo del mondo si rivela come uno migliori mai visti!
Metal Gear Solid è ormai parte integrante dell’ Olimpo videoludico, quel “gotha” che conta tra le sue sparute fila titoli del calibro di Street Fighter II, Castlevania, Sonic, Super Mario e altri titoli di impressionante importanza per il medium. La creazione di Hideo Kojima inoltre, quel Metal Gear di tanto tempo fa è, insieme ai suoi “fratelli” (sequels) oltretutto uno dei pochi che è presente in questo “giardino dell’ Eden” con pressochè qualunque volèt della serie. Abbiamo detto “pressochè qualunque”, dato che certi episodi (meglio definirli Spin-off) sono di una particolarità difficilmente digeribile anche dall’appassionato più incallito, per quanto ottimi sia nella realizzazione che nell’ effettiva qualità intrinseca del prodotto. Stiamo parlando in particolar modo dei due capitoli della serie usciti proprio su PSP, i tanto chiacchierati Metal Gear Ac!d e Ac!d 2. Ma basta con le ciance, e andiamo a vedere insieme il PERCHE’ del tono a dir poco entusiastico che abbiamo usato nel cappello introduttivo di questa recensione.

Su console portatile, solitamente, si vedono o trasposizioni “pari-pari” (nei limiti) di titoli già usciti sull’ammiraglia del caso, o “spin-off”, giochi che mantengono alcuni punti comuni con le versioni “grandi”, ma che si differiscono in maniera sostanziale dall’originale per dati motivi. E’ stato con grande sorpresa che abbiamo infatti appreso, all’epoca, che la storyline di questo Portable Ops si sarebbe collocata esattamente dopo gli spettacolari eventi di Metal Gear Solid 3: Snake Eater. Ma andiamo con ordine. Corre il decennio dei Seventies, decennio della musica disco, delle prime muscle-car americane e dei primi…eventi della saga by Konami (a livello di trama, beninteso). Alcuni anni dopo aver sconfitto distrutto lo Shagohod (prototipo di quello che sarebbe poi diventato il Metal Gear) ed aver eliminato il generale Sokolov a Groznij Grad, Snake (Big Boss) è imprigionato dagli stessi membri della sua unità FOXHOUND in quella che poi si rivelerà come una base dell’ Unione Sovietica in Sud America. Impossibilitato a ricevere qualsiasi tipo di aiuto da parte dello staff che lo ha assistito durante le sue peregrinazioni passate, Snake inizialmente deve forzatamente sbrigarsela da solo per sopravvivere e venire a capo di quella che si rivelerà come una delle sue più atipiche e difficili missioni. Se notate, poco sopra abbiamo scritto “inizialmente”. Esatto. Questo perché, poco tempo dopo essersi liberato, verrà a contatto nientepopodimenoche con l’allora Berretto Verde Roy Campbell, personaggio chiave di MGS e MGS2. Oltretutto, poco tempo dopo la conoscenza dello stesso, i due arriveranno alla conclusione che quella in cui stanno per imbarcarsi è una missione pressoché impossibile, nonostante le quasi superumane doti di Snake, a meno che…

A meno che i nostri due eroi (e miti) non si facciano dare “una mano” dalla manovalanza locale. In soldoni, dovranno rapire e “persuadere” alcuni militanti della forza occupante locale, così da avere un piccolo esercito nel senso lato del termine, a differenza dei precedenti titoli dove in effetti, l’esercito era composto principalmente da… Snake e Snake solamente. Non aspettatevi comunque stravolgimenti a livello di gameplay. Non pensiate neanche lontanamente al fatto che avere più soldati a coprirvi le spalle possa essere un pretesto per entrare nei vari livelli di gioco, armi spianate, con l’unico obiettivo riconducibile a “sparare per uccidere”. Neanche per idea. I crismi della serie di Kojima-san sono ancora tutti qui: scopo fondamentale del tutto sarà lo svolgere i vari obbiettivi mantenendo un profilo il più basso possibile, addossandosi alle pareti per sbirciare dietro un angolo, nascondendosi sotto tavole, banconi, auto o stordendo i nemici per superarli, nel caso fosse l’unica opzione disponibile. Questa, come ben sanno i “veterani” di MGS, è la miscela classica del tutto, quella che ne ha decretato il successo. Ora invece, come con la Coca-Cola, sono stati aggiunti un paio di ingredienti segreti che renderanno sì l’esperienza globale più appetibile verso quell’utenza “portatile” che ne è il target, ma saranno anche motivo di interesse verso l’altra utenza, quella “da salotto”. In primis, come accennato prima, avrete bisogno di reclutare forza lavoro, cosa questa possibile stordendo i nemici e (ecco la parte difficile), scortandoli fino al vostro camion, dove Campbell spiegherà loro il perché e il percome di tutto questo trambusto. Una volta convinti delle vostre motivazioni, i soldati potranno essere impiegati nei modi più svariati: potrete assegnar loro il ruolo di “spie”, inserendoli nei livelli che non state giocando, oppure potrete portarli con voi direttamente sul campo di battaglia (in quanto ogni soldato ha una sua peculiare caratteristica), o ancora, potrete inserirli nell’ organico delle sezioni mediche (risaneranno le ferite dei commilitoni) o tecniche (ricercheranno nuove armi ed equipaggiamento) del vostro battaglione.

Tecnicamente, Metal Gear Solid: Portable Ops è semplicemente stupefacente. Mai niente di così opulento (forse a parte Tekken: Dark Resurrection) era apparso sul piccolo schermo da 7″ di una console portatile. A livello grafico, infatti, Portable Ops è tranquillamente paragonabile, se non a Metal Gear Solid 2 (PS2), all’originale. Forse addirittura al remake “Twin Snakes” visto su Gamecube. I modelli poligonali sono infatti dettagliatissimi, si muovono in maniera egregia, e ad oggi, sinceramente, dobbiamo ancora vedere una texture sgranata o mal implementata. E non stiamo parlando solo di personaggi, armi, o effetti speciali. La magnificenza grafica di Portable Ops è visibile anche negli elementi di “corredo”: Stages, veicoli, scene di intermezzo… tutto è perfetto. Ne più, ne meno. Parlando di scene di intermezzo, è bene però segnalare che le spettacolari sequenze 3d che sempre hanno contraddistinto la serie sono andate perdute. Al loro posto, troveremo invece splendide tavole illustrate dallo stesso disegnatore di Metal Gear Solid: Digital Graphic Novel. A livello sonoro, stesso discorso visto nel comparto grafico: gli effetti sonori, così come la colonna sonora ed il “voice acting”, sono di qualità irreprensibile. Tra l’altro, l’intero cast di Metal Gear Solid 3: Snake Eater, è stato richiamato in causa. Longevità e Gameplay sono ottimi: La prima voce è garantita da una missione principale della durata di circa una quindicina di ore, più altre modalità che non fanno altro che aumentare la voglia di inserire l’UMD di MGS nello slot dedicato della vostra PSP. La seconda voce invece, il Gameplay, è invece resa egregia dall’ottimo lavoro svolto dai ragazzi di Konami nel trasferire il gameplay di MGS su una console con meno tasti. D’accordo, all’inizio combinerete poco o niente, ma non succedeva lo stesso negli altri capitoli? Giocando, e “prendendo la mano” con i comandi che Konami ha implementato in questo gioco, vi accorgerete subito di cosa stiamo parlando.

Un gioco perfetto, dunque? No. No, perchè tanti potrebbero trovare, per quanto buono, il sistema di controllo fin TROPPO complicato, e potrebbero rimanerne scoraggiati. No, perché per quanto solitamente ben bilanciato, il gioco in certi frangenti può far raggiungere al giocatore vette di frustrazione di una certa rilevanza, specialmente nelle prime battute. Altra cosa che, insieme alle tanto decantate scene d’azione in 3d, viene a mancare in Portable Ops sono gli effetti “violenti”. Senza andare a impegolarci in discorsi di dubbia moralità riguardo ai pro e ai contro della cosa nel contesto, stiamo solo indicando che, contrariamente a QUALUNQUE altro Metal Gear Solid, in questo saranno assenti. E la cosa fa pensare, specialmente dopo l’apice sanguinolento che fu al secolo Snake Eater.

Tirando le somme dunque, al netto di quanto riportato nel capitolo precedente, Metal Gear Solid: Portable Ops è un capolavoro che non dovrebbe mancare in nessuna collezione.
POWER-RATING:
9.0/10
“Un gioco fantastico, l’ennesima eccellente produzione da parte di Konami/Kojima Productions.”
PRO:
+Tecnicamente eccellente
+Comparto audio spettacolare
+Trama avvincente e contesto storico affascinante
CONTRO:
-Controlli fin troppo complicati
-Alcune missioni eccessivamente frustranti