Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Koei Tecmo
-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC (Steam)
Per celebrare i 25 anni della ormai leggendaria saga Atelier, Koei Tecmo e Gust ci regalano il remake del primo titolo in assoluto: Atelier Marie!
I nostri lettori più assidui saranno sicuramente a conoscenza della saga di JRPG “Atelier” sviluppata da Gust, visto nei nostri ormai 3 anni di attività abbiamo recensito un numero decisamente alto di episodi (cliccate sui titoli per leggere le rispettive recensioni): Atelier Ryza 2: Lost Legends and The Secret Fairy, Atelier Mysterious Trilogy DX, #Review: #AtelierSophie2: The Alchemist of the Mysterious Dream, #Review: #AtelierRyza3: Alchemist of the End and the Secret Key… solamente in 2 anni, sono usciti ben 7 capitoli (Mysterious Trilogy DX è una compilation). A tutto questo, aggiungete che dal 1997, anno in cui è nata la serie, la saga Atelier conta ben 24 capitoli, l’ultimo dei quali fu il Ryza 3 che recensimmo giusto qualche mese fa.

Questa volta, per celebrare il 25esimo anniversario dal debutto della serie, andremo a recensire il Remake del primo capitolo in assoluto, quell’Atelier Marie – The Alchemist of Salburg che diede il là a questa interminabile dinastia e che, purtroppo, non venne mai pubblicato in Europa e negli Stati Uniti. Purtroppo infatti, ad oggi sono tanti i titoli Atelier a non aver mai lasciato il Giappone, vuoi per i costi di localizzazione proibiti dell’epoca, vuoi per risultati di vendita magari non in linea con le aspettative dello sviluppatore/publisher. Ora, una premessa: sebbene sia chiaro che questo remake sia stato costruito sulla base di un semplice gioco rilasciato per la PlayStation originale, Gust ha comunque svolto un lavoro eccezionale nel modernizzare i suoi componenti più antiquati migliorando al contempo le sue caratteristiche più forti. Atelier Marie magari non diventerà il nuovo punto di riferimento per la serie con questo ritorno, ma è un gioco di ruolo straordinariamente divertente che nessun fan della serie vorrà perdersi.

Andiamo a vedere la trama: In linea con la tradizione della serie, Atelier Marie segue un tipo di esposizione narrativa piuttosto rilassata, che si concentra principalmente sulla difficile situazione personale della protagonista. Marlone (Marie) è un’aspirante alchimista attualmente iscritta a un programma universitario che le offre un’istruzione completa in quest’arte arcana, ma… beh, non è molto brava. In effetti, Marie è così negata nel praticare l’alchimia che si è classificata all’ultimo posto della sua classe e rischia l’espulsione dal programma se la sua situazione non cambia presto. Qui entra in gioco il la chiave di volta dell’intero titolo: Il preside dà a Marie un’ultima possibilità: avrà a disposizione un suo atelier e le dice che avrà a disposizione cinque anni per produrre qualcosa di veramente eccellente. Dovesse fallire anche questa volta, verrà espulsa e i suoi sogni saranno infranti. Magari non sarà una premessa particolarmente adrenalinica, ma ciò che il gioco non riesce a sviluppare in termini di profondità narrativa è più che compensato dall’ irresistibile fascino di Marie. Il comportamento perplesso, ansioso e fondamentalmente imbranato di Marie si sposa più che bene con i personaggi con cui interagisce, e sebbene non ci sia molto da approfondire riguardo alla trama o allo sviluppo del personaggio, questo remake ha aggiunto una manciata di eventi sparsi nel corso dei cinque anni che aiutano a migliorare ed approfondire le relazioni tra Marie e i vari potenziali membri del vostro party.

In termini di gameplay, Atelier Marie si discosta abbastanza dal “copione” dei classici JRPG, inclusi i successivi capitoli della serie Atelier: tutto è infatti mantenuto estremamente aperto e libero, il che all’inizio può disorientare. Giorno dopo giorno, non c’è niente di specifico che dovrete fare, cosa che lascerà al giocatore il compito di determinare quale dovrebbe essere il suo obiettivo. In genere, è meglio iniziare una giornata facendo un viaggio alla taverna per raccogliere alcune richieste generate casualmente per determinati oggetti che potrete fabbricare, e soddisfarle prima che “scadano” vi farà guadagnare un aumento di reputazione e qualche soldo extra. Altrimenti, potrete sprecare le vostre giornate raccogliendo materiali e combattendo mostri in varie località al di fuori delle mura cittadine e usare il bottino di queste avventure per creare nuovi oggetti e miscele.
Non ci sono davvero risposte “sbagliate” su cosa dovreste fare ogni giorno, e per questo remake, Gust pensato bene di aggiungere alcune novità che vi aiuteranno a procedere. Principalmente sarà tramite l’introduzione occasionale di incarichi dal vostro preside, che vi assegnerà obiettivi come visitare un certo numero di zone specifiche o creare oggetti particolari. Queste richieste arriveranno solo ogni due o tre mesi, ma forniscono un indizio sul capire a grandi linee dove dovreste essere in termini di progresso durante l’anno. Tra questi, avrete accesso a un elenco di obiettivi più ampi e articolati che vi garantiranno aumenti permanenti delle statistiche nel combattimento e nella creazione, il che aiuta a rendere un po’ più facile prendere decisioni su cosa fare quando le vostre ricerche si esauriscono.

Qualcosa di fondamentale nelle meccaniche di Atelier Marie è il concetto di gestione del tempo. Quella scadenza di cinque anni non è solo un espediente della trama per la storia, ma permeerà quasi tutto ciò che potrete fare. Tutte le attività hanno un costo in termini di tempo, che può variare da un singolo giorno a più di una settimana. Ad esempio, se volete andare in una foresta vicina per raccogliere materiali, non solo vi ci vorranno alcuni giorni solo per arrivarci, ma vi costerà letteralmente un giorno ogni volta che attingerete da un punto di raccolta o combattete contro un nemico. Dopodiché, al vostro ritorno, vi occorreranno altri giorni per sintetizzare i materiali in una nuova miscela. Settimane e mesi quindi si sciolgono in pochi minuti di tempo reale, il che può essere fuorviante quando le scadenze che sono “solo” a un mese o due di distanza si profilano imminenti su di voi in un batter d’occhio. All’inizio, ci siamo ritrovati a fallire alcune missioni perché le loro date di scadenza si avvicinavano fin troppo repentinamente. Dopo un po’, abbiamo iniziato a sviluppare un’idea di quanto tempo ci volesse per completare le varie attività, ed è diventato più facile pianificare un’agenda e ottimizzare meglio il tempo. Coloro a cui non piace sentire la pressione del tempo possono giocare in una (nuova) modalità illimitata che rimuove la scadenza di cinque anni se lo desiderano, ma continuerete a lottare per rispettare le scadenze per le missioni. Detto questo, nonostante la gestione del tempo sia una parte fondamentale dell’esperienza, siamo rimasti colpiti dal feeling rilassato di l’Atelier Marie. Anche quando giocate con la scadenza di cinque anni, sembra che il gioco sia estremamente indulgente in relazione allo scadenziario delle varie missioni. Prima di proseguire, due parole sul sistema di combattimento: Innanzitutto sappiate che non è sicuramente una delle priorità di questo gioco, con gli scontri che dureranno al massimo pochi secondi. Detto questo, Marie ed altri due partner dovranno gestire la posizione sul campo di battaglia così da poter ottenere il meglio dalle loro performances. Il combattimento è funzionale, ma nulla più, e offre più che altro una distruzione dalle altre meccaniche principali (raccolta ingredienti e creazione).

Tecnicamente, per quanto riguarda la grafica, la presentazione di Atelier Marie sembra essersi ispirata agli stili artistici di giochi come il remake di Link’s Awakening. Tutti i personaggi e i nemici hanno un design tozzo e chibi con una sorta di aspetto plasticoso, abbinato a illuminazione moderna ed effetti di profondità di campo che conferiscono agli ambienti un ulteriore grado di realismo. Questo è accoppiato con alcune illustrazioni dei personaggi straordinariamente nitide e disegnate a mano per le sequenze di dialogo che danno a ogni personaggio un po ‘più di dettagli rispetto a quanto consentito dal loro modello chibi. Va inoltre segnalato come per questo remake, sia disponibile una nuova colonna sonora, realizzata per l’occasione. Decisamente un tocco di classe molto gradito.

Tirando le somme, questo remake del titolo d’esordio per quella che negli anni è diventata una delle serie più prospere e longeve del mondo JRPG si rivela come un prodotto decisamente ben fatto. E’ vero, è decisamente “figlio del suo tempo”, ma il lavoro di perfezionamento effettuato da Gust gli rende decisamente giustizia. Consigliato senza riserve ai fan della saga Atelier, ma anche agli amanti dei JRPG in cerca di qualcosa di diverso.
POWER RATING:
8.0/10
“Gust e Koei Tecmo tengono alla serie Atelier, e questo attaccamento diventa tangibile giocando al remake di Atelier Marie. Bello, divertente, dal sapore esotico e migliorato da diversi aggiustamenti mirati, non deve mancare nella collezione di nessun amante dei JRPG.”
PRO:
+Tono rilassato e scanzonato: una novità!
+Gameplay basato sul tempo, decisamente interessante
+Estetica adorabile e una protagonista carinissima: vi catturerà
CONTRO:
-Vagamente corto, per gli standard JRPG
-La meccanica di crafting è semplicistica, rispetto a come verrà evoluta nei capitoli successivi





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