Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Humble Games
-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC

Summerfall Studios e Humble Games portano sui nostri schermi una delle visual novel più fresche che ci sia capitato di giocare negli ultimi anni!

Di Visual Novel, inutile negarlo, ormai ne abbiamo viste e “giocate” di ogni tipo. Da quelle romantiche come le recenti Jack Jeanne e Radiant Tale passando per quelle con tematiche più cupe come The Letter: a horror visual novel o Milky Way Prince: The Vampire Star senza dimenticare progetti più…bizzarri come Milk inside a bag of milk inside a bag of milk and Milk outside a bag of milk outside a bag of milk (cliccate i rispettivi titoli per leggere le review), possiamo affermare con sicurezza di averne viste, come si suol dire, “di cotte e di crude”. Ebbene, a conti fatti non era così, perché l’ultima produzione di Summerfall Studios é riuscita, nel bene o nel male, a stupirci: mai ci saremmo aspettati di giocare ad un… musical.

In Stray Gods, interpreterete il ruolo di Grace, una normale umana condannata a morte quando la leadership dell’attuale pantheon greco – Atena, Afrodite, Apollo e Persefone – la condanna erroneamente per l’omicidio di Calliope. Grace è stata l’unica presente durante gli ultimi momenti della vita della Musa mentre sanguina per una coltellata, portando alla falsa accusa. A Grace viene concessa una settimana per dimostrare la sua innocenza, cercando risposte e inseguendo indizi con l’aiuto della sua migliore amica Freddie. All’interno del mondo di Stray Gods, i membri del pantheon greco passano le loro anime, o eidolon, alla persona più vicina a loro quando muoiono, e così Grace eredita le abilità di Calliope e diventa una Musa, dandole il potere di aiutare chiunque a rivelare i propri veri sentimenti o esprimendoli pienamente attraverso il canto. Il problema? Grace eredita anche la famiglia di Calliope, mettendola nell’orbita di Hermes, Pan, Eros e altre entità del mito, molte delle quali hanno le proprie motivazioni per voler aiutare Grace a rintracciare l’assassino di Calliope. È una storia fantastica con un gratificante senso di ricompensa nel modo in cui vi avvicinerete alle conversazioni, così come all’ indagine sull’omicidio di Calliope nel suo insieme.

Nel corso degli anni abbiamo giocato a molti videogiochi che ci hanno sia premiato che punito per le scelte fatte, creando questo potente senso di urgenza ed importanza nella narrazione. Quei giochi hanno il potere di dare al giocatore l’idea di essere lui stesso a plasmare il risultato della storia, con il navigare con successo in una conversazione complicata in grado di dare potere e il non trovare le parole per un duro confronto a cuore aperto ad essere devastante. Stray Gods: A Roleplaying Musical si basa su quella sensazione ma all’interno della struttura in tre atti di un musical. Questa combinazione è un risultato impressionante ed è incredibile vedere come tutte queste scelte possano costruire l’una sull’altra, culminando in un finale che noi, come giocatori, abbiamo contribuito a plasmare. Nell’ insieme, tutto questo rende Stray Gods una delle esperienze di gioco più memorabili degli ultimi tempi. Vediamo ora la premessa del titolo: Ambientato a grandi linee nel nostro mondo, ma in una versione in cui c’è un briciolo di verità nei miti che circondano gli dei greci, i titani e la loro moltitudine di discendenti, Stray Gods inizia come qualunque altra visual novel abbiate giocato. Le conversazioni si interrompono per presentarvi una moltitudine di opzioni di dialogo, alcune delle quali vi consentono di ottenere ulteriori informazioni su altri personaggi mentre altre spingono la storia alla scena successiva. Quasi immediatamente, avrete la possibilità di flirtare con il vostro simpatico migliore amico e dare il via a una delle tante storie d’amore disponibili. C’è conforto in questa familiarità. E poi il gioco rivela rapidamente ciò che lo separa dai suoi concorrenti: la musica.

Parteciperete attivamente a ogni numero musicale durante il runtime di Stray Gods e fidatevi, ce ne saranno molti nei suoi tre atti. Come le conversazioni nelle visual novel e nei giochi di ruolo a scelta multipla (come Mass Effect, di cui potete leggere la recensione CLICCANDO QUI), ogni canzone può ramificarsi e gli effetti delle vostre scelte influenzeranno non solo la direzione di quella particolare canzone, ma anche ogni performance che la seguirà. Le scelte sono divise in tre categorie – Diretta, Intelligente e Affascinante – ed andranno a condizionare sia il metodo con cui state cercando di convincere qualcuno di qualcosa, sia come una canzone può trasformarsi. Le scelte Dirette sono aggressive e conflittuali e fanno assumere alle canzoni un’atmosfera più punk rock, mentre le scelte Intelligenti sono ponderate e strategiche e si orientano verso il jazz. Le scelte Affascinanti, d’altra parte, sono empatiche e premurose e creano una melodia più dolce ed accogliente. Sebbene tutte le canzoni possano iniziare in un modo, potranno cambiare drasticamente a seconda di ciò che sceglierete.

E’ un sistema assolutamente affascinante e soprattutto decisamente ben fatto, ma non è l’unica freccia nella faretra di Stray Gods. Tra una performance canora e l’altra, avrete il compito di scovare gli indizi dietro l’omicidio di Calliope, decidere con chi parlare e in quale ordine e indagare sulle scene del crimine. Il gameplay in termini letterali riguardante le indagini sulla scena del crimine è un po’ troppo semplicistico, in tutta onestà: vi verrà fornito un elenco di elementi da esaminare e continuerete a fare clic finché non arriverete all’indizio che Grace sta cercando. Per fortuna, questi momenti sono pochi e lontani tra loro. Il resto del gioco ruota attorno al conversare con i personaggi e raccogliere indizi a seconda di chi sceglierete di interrogare e di quali informazioni vorrete condividere con loro. A volte Grace avrà bisogno di mentire o trattenersi dal condividere informazioni per preservare una relazione o imparare qualcosa di importante, e altre volte essere aggressivi, sinceri o affascinanti è la strada da percorrere. C’è oggettivamente un meta-gioco strategico con conseguenze per la vostra indagine quando si tratta di parlare con le persone.

Una ulteriore freccia nella faretra sopramenzionata sarà da ricercarsi nel comparto audiovisivo. Emulando l’aspetto e lo stile artistico di un fumetto, Stray Gords incorpora molto movimento nelle sue scene, spostando rapidamente la posizione e la posizione di diversi personaggi e oggetti per aggiungere un frenetico tiro da un’inquadratura all’altra. Questo aiuta nel guidare i vostri occhi attraverso lo schermo, creando un senso di azione con quelle che sono essenzialmente “solo” immagini fisse, per quanto splendidamente tratteggiate. Ciò personalizza ulteriormente alcuni personaggi, conferendo peso narrativo al modo in cui si muovono e agiscono. Apollo arranca attraverso le scene con uno stanco disagio, ad esempio, mentre Medusa sembra quasi scivolare con i suoi movimenti più ritmici e intrecciati. Ma ancora più importante, si aggiunge allo spettacolo di ogni performance musicale, traendo ispirazione da video musicali come Broadway o video K-Pop per creare una bellissima esperienza cinematografica in stile animatic. Ogni performance musicale è uno spettacolo che rafforza ulteriormente l’importanza di ogni scelta che fate, ma vi aiuta anche a capire l’atmosfera che voi e l’altro cantante state creando in base alle scelte che state facendo. E’ sublime. Tra l’altro, sicuramente il fatto che Stray Gods abbia un cast vocale incredibile è un aiuto non da poco. La protagonista è doppiata da Laura Bailey (Abbey di The Last of Us Part II, la Mary Jane di Marvel’s Spider-Man’s, la versione femminile del Comandante Shepard di Mass Effect, ecc.), che abbaglia assolutamente nei panni di Grace, intrecciandosi avanti e indietro tra i generi musicali e dando alla protagonista un adorabile carisma. Ma ci sono anche molte altre divertenti sorprese. Anjali Bhimani (la Symmetra di Overwatch e la Rampart di Apex Legends) è fenomenale nei panni di Medusa. E sia Rahul Kohli che Allegra Clark (Bloodhound di Apex Legends e Josephine Montilyet di Dragon Age Inquisition) portano rispettivamente un’adorabile energia al mostruoso Asterius e ad Ecate. Dobbiamo poi menzionare Apollo, interpretato dal (prezzemolino ma sempre fenomenale) Troy Baker? Potremmo continuare, ma il punto è che il pool di attori per questo gioco è talentuoso e ognuno infonde al proprio personaggio un’energia che è allo stesso tempo riconoscibile e allo stesso tempo nuova di zecca.

Tirando le somme, siamo di fronte ad una delle esperienze più deliziose e “fresche” che ci sia capitato di giocare quest’anno. Volete una visual novel disegnata egregiamente, con una trama e dei personaggi interessanti, con scelte che davvero influenzano il risultato e con un cast stellare? L’avete trovata.

POWER RATING:
9.0/10
“Stray Gods: The Roleplaying musical è disegnato bene, interessante, interpretato da un cast stellare, e soprattutto lascia in bocca un sapore fresco, nuovo. Promosso assolutamente.“

PRO:
+Le scelte che farete influenzeranno davvero il risultato
+Musicalmente superlativo, così come il resto del comparto audio
+La versatilità delle performance audio, che cambiano in base alle vostre interazioni, è fantastica

CONTRO:
-In termini di gameplay, farete oggettivamente ben poco

2 risposte a “#Review: #StrayGods The Roleplaying Musical – Una VN come non l’avete mai… ascoltata!”

  1. Lo stile mi piace tantissimo! Questo lo prendo sicuramente.

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    1. Grazie mille Butcher, commenti come questo ci ripagano della fatica! (E il gioco, oggettivamente, è più che meritevole)

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