Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Bandai Namco
-Versione Testata: PlayStation 5
-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC
-Sviluppatore: Tamsoft Corporation
-Publisher: Bandai Namco

BLEACH Rebirth of Souls è la migliore trasposizione videoludica del leggendario anime/manga di Tite Kubo

Bandai Namco è maestra quando si parla di tie-in legati ad anime e manga, e su queste stesse pagine ne abbiamo avuto la conferma più volte: Dragon Ball con Kakaroth, Dragon Ball FighterZ, Dragon Ball Sparking! Zero, Jujutsu Kaisen, svariati titoli dedicati a Gundam, Captain Tsubasa (Holly & Benji, da noi), That Time I Got Reincarnated as a Slime, SPY x FAMILY, Naruto x Boruto, One Piece Odyssey, Jojo’s Bizarre Adventures e tanti altri. Il punto focale di questa lista? Mostrare come fosse lampante la mancanza di una serie iconica: BLEACH, il popolare manga/anime di Tite Kubo che ha stregato schiere di fan. O almeno, fino ad oggi.

Quando è stato annunciato BLEACH: Rebirth of Souls, si è subito creata una forte trepidazione online. I trailer sembravano promettenti e vedere le rivelazioni dei personaggi ci ha fatto sentire come se i fan stessero finalmente per ricevere il gioco che, semplicemente, mancava da troppo tempo. Ma allo stesso tempo, qualcosa sembrava… strano. Hanno mostrato molto, ma in qualche modo hanno tralasciato la cosa più importante: il gameplay. Il marketing sembrava stranamente selettivo, il che ci ha reso un po’ esitanti. Ora che lo abbiamo testato in maniera esaustiva, ci poniamo una grande domanda: perché Bandai Namco non ha pubblicizzato di più il gameplay? È evidente come lo sviluppatore Tamsoft nutra un profondo rispetto per l’anime. Ogni dettaglio dei suoi nitidi modelli di personaggi è meticolosamente realizzato e il combattimento sembra essere stato preso direttamente dalla serie, con una profondità che implora di essere esplorata. Tuttavia, la modalità storia ci ha lasciato estremamente perplessi, ma ne parleremo più avanti.

Andiamo con ordine. Come abbiamo ripetuto più volte, uno degli aspetti più entusiasmanti di qualsiasi gioco di combattimento è il roster, e BLEACH: Rebirth of Souls ne propone uno decisamente impressionante. Con 33 personaggi giocabili al lancio, potrebbe non essere il roster più grande del genere (KOF XV attualmente ne propone una sessantina abbondante, per rendere l’idea), ma ciò che manca in termini di numeri puri, viene compensato da diversità, fedeltà e puro stile. BLEACH ha sempre introdotto una serie di personaggi visivamente sorprendenti nei suoi archi narrativi, ed è una gioia vedere così tanti beniamini dei fan selezionabili. Il passaggio al 3D è sbalorditivo; questo potrebbe essere la migliore rappresentazione videoludica che questi personaggi abbiano mai avuto, in particolare Ichigo, che è apparso in numerosi titoli precedenti. Dal Mondo dei viventi con Ichigo, Uryu e Chad, ai capitani e luogotenenti della Soul Society, e persino ai temibili Arrancar come Grimmjow e Neliel, è una gioia vederli tutti completamente realizzati con modelli incredibili, mosse cinematografiche e animazioni dinamiche. Un dettaglio che ci ha davvero colpito è il modo in cui i personaggi riflettono visivamente l’intensità della battaglia. Alla fine di una partita, avranno graffi e ferite in stile anime e un aspetto visibilmente esausto. Notevole.

Ciò che distingue davvero Rebirth of Souls è il modo in cui ogni personaggio sembri unico. Ci siamo ritagliati un po’ di tempo extra durante il periodo di testing per provarne la maggior parte e possiamo dire con sicurezza che non ci sono due personaggi che giocano allo stesso modo. Normalmente, in un “normale” Fighting Game 1v1 tutto questo sarebbe scontato, ma non dimenticate che Rebirth of Souls è un “arena Fighter”, e spesso non tutto è sviluppato come dovrebbe essere. Ad ogni modo, ogni combattente possiede strategie uniche, abilità speciali e persino abilità passive (un qualcosa normalmente associabile ad un RPG/Jrpg, e non ad un Fighting Game) che aggiungono un ulteriore livello di profondità e strategia al modo in cui ogni personaggio si esprime. Il modo in cui il gioco gestisce le trasformazioni è fantastico: personaggi come Ichigo, Aizen e Hollow Ichigo si evolvono a metà battaglia, scatenando il loro Shikai, Bankai o Resurrección in sequenze cinematografiche sbalorditive.

Bleach Rebirth of Souls si apre con un tutorial che mette in mostra il suo lato migliore: il combattimento. Sarà fin troppo facile venire inizialmente soffocati da un mucchio di tecnicismi e paroloni presi dall’anime mentre il gioco vi spiega come funzionano la barra della salute, i contrattacchi e le super mosse, ma in soldoni, ecco il riassunto (o TL;DR, come si usa online): questo è un Arena Fighter 3D con il sistema di “stock di vite” di Super Smash Bros., la possibilità di rompere le “pose” di Sekiro, il tutto incorniciato dall’esclusivo stile visivo di Bleach. A differenza di altri arena fighters, che spesso hanno un combattimento così superficiale e insipido che basta solo trovare una singola combo o spammare super mosse per vincere le partite (vero, Jujutsu Kaisen: Cursed Clash?), il combattimento di Bleach ricorda più quello di un normale Fighting Game, in termini di profondità, strategia e sfida, e onestamente la cosa ci fa molto piacere.

Il combattimento funziona sulla base di un sistema sasso-carta-forbici: gli attacchi interrompono i Breaker, le guardie bloccano gli attacchi e i Breaker annullano le guardie. Se state troppo sulla difensiva, il vostro Guard Gauge si esaurirà, lasciandovi vulnerabile a un Guard Break. Ciò crea una dinamica di lettura e previsione della mossa successiva del vostro avversario, premiando coloro che riescono a superare in astuzia il loro rivale in tempo reale. La profondità si estende ulteriormente con Reverse Gauge, Spiritual Power e Kikon Moves. Le combo di attacchi rapidi rigenerano il potere spirituale, che può essere speso in mosse potenti come gli attacchi Spiritual Pressure o tecniche ad alto danno che rompono il Reishi. Una volta che la barra della salute di un avversario diventa rossa (30% o meno), potrete scatenare una devastante Kikon Move, un’esplosiva mossa finale cinematografica che può spazzare via più barre vitali dell’avversario a seconda del tipo di potere del personaggio. E se ciò non bastasse, consumando l’intero Reverse Gauge potrete eseguire un’azione inversa, potenziando le vostre mosse Kikon e spingendo la battaglia al suo apice. La nostra meccanica preferita in assoluto? I Risvegli. Accumulando abbastanza Spirito combattivo, i personaggi possono attingere alle loro forme più iconiche: i Soul Reaper attivano i Bankai, gli Arrancar scatenano la Resurrección e le cinematiche? Assolutamente mozzafiato. Sono questi momenti che rendono ogni battaglia incredibile, catturando l’essenza dell’azione esagerata di BLEACH. Padroneggiare queste meccaniche è la chiave del successo. Certo, inizialmente potrete “sfangarla in qualche modo” con un po’ di sano button-mashing, ma le vere vittorie derivano da un’esecuzione abile, dalla lettura del vostro avversario e dal sapere quando colpire.

Ogni fendente di spada, calcio, o colpo speciale è scattante e reattivo, ma porta con sè anche il peso dell’impatto, il tutto mentre vi teletrasportate per l’arena, cogliendo di sorpresa i vostri nemici da dietro e rompendo la loro guardia. E’ sempre estremamente “figo” vedere grandi blocchi di testo avvolgere personaggi fermi in un fotogramma con ogni contrattacco e super mossa piazzati con successo. Anche quando giocherete a Rebirth of Souls con la sua disposizione dei pulsanti in modalità standard, che semplifica le cose consentendo di sfornare spettacolari combo automatiche, nasconde comunque meccaniche complesse e uniche specifiche per ogni personaggio che meritano un’ulteriore esplorazione. Potrebbero essere gli attacchi con l’arco a lungo raggio di Uryu o lo stile da picchiaduro di Yoruichi, o ancora la spavalderia di Ichigo con la sua spada Zangetsu. Una varietà del genere è importantissima durante la ricerca/scelta del vostro “main” e cercate di capire come sconfiggere personaggi diversi.

Proseguendo con il gameplay, la diversità del gameplay è una delizia: combattenti agili e diretti come Yoruichi e Hitsugaya si affidano alla velocità, con l’abilità passiva di Yoruichi che potenzia persino gli attacchi in scatto. Nel frattempo, Uryu si distingue come una minaccia assoluta, essendo praticamente l’unico vero combattente a distanza, il che lo rende un incubo da affrontare nelle mani giuste. Il Bankai di Kaname gli consente di diventare invisibile, quello di Renji è potente ma ha un limite di tempo e i personaggi di Hueco Mundo, in particolare Neliel, hanno una curva di apprendimento difficile ma sono incredibilmente gratificanti da padroneggiare.

Come ogni gioco di combattimento, e specialmente se si parla di Arena Fighters, Rebirth of Souls ha la sua quota di personaggi “overpowered” (o OP, o semplicemente “ingiustamente potenti” rispetto agli altri) che possono dominare completamente gli incontri. Alcuni combattenti hanno abilità così forti da creare uno squilibrio evidente, rendendo chiaro che non tutti i personaggi sono sullo stesso piano. Tuttavia, questa sembra essere una scelta intenzionale, poiché gli sviluppatori hanno dato priorità all’autenticità dell’anime e del manga e, a questo proposito, hanno fatto un lavoro eccezionale. Per contrastare i personaggi più forti, fortunatamente, ogni personaggio ha punti di forza e debolezze distinti, aggiungendo un livello di equilibrio al roster. Ad esempio, Shigekuni vanta una forza immensa ma manca di agilità, mentre Soi Fon è veloce come un fulmine ma ha un raggio di attacco più breve. Insomma, è vero che da appassionati di Fighting Game raramente tolleriamo i personaggi “rotti/overpowered”, ma in tutta onestà, in Bleach la cosa non ci ha dato fastidio. In primis perchè rispecchiano la loro controparte originale, e successivamente perchè hanno comunque dei punti deboli e, con un po’ di impegno, sono contrastabili.

Quindi, ricapitolando: un Arena Fighter 3D finalmente supportato da un sistema di combattimento tecnico e profondo, con un roster variegato e ottimamente caratterizzato, un tangibile amore verso il materiale d’origine… cosa mai potrebbe andare storto, ora che andremo ad analizzare la modalità Storia? Come è possibile non centrare il bersaglio quando si sta parlando di uno dei migliori anime/manga in circolazione? Onestamente, non lo abbiamo capito nemmeno noi, ma se il gameplay di Rebirth of Souls è probabilmente tra i migliori 5 Arena Fighters di tutti i tempi, allo stesso modo la sua modalità Storia è tra le peggiori che ci sia capitata di giocare nell’intero genere. Sul serio, ci siamo addirittura chiesti se il team di sviluppo fosse lo stesso: siamo addirittura andati a controllare. Di solito funziona così: le scene di intermezzo in un gioco tratto da un anime dovrebbero fungere da ricompensa alla fine della battaglia, destinate a portare lo slancio di un combattimento a un livello superiore, sino ad arrivare al climax. Le scene di intermezzo nelle modalità storia dei giochi di Naruto e Dragon Ball Z sono a volte così ben animate che potrebbero sostituire la visione degli spettacoli veri e propri. Non è il caso di Bleach. Anzi, riescono a succhiare tutta l’energia e l’adrenalina dei combattimenti appena conclusi.

Le meccaniche di combattimento di Bleach Rebirth of Souls come abbiamo visto sono state realizzate con molto rispetto e attenzione, ma i momenti della storia tra una battaglia e l’altra si svolgono quasi come una visual novel a buon mercato. A parte alcune scene di intermezzo pre-renderizzate, la versione “condensata” dell’anime che questa modalità storia tenta di raccontare è un pasticcio affrettato e zoppicante. Invece di essere accolti da scene roboanti in cui i vostri personaggi preferiti si scontrano, vi ritroverete di fronte ad animazioni in stile “video amatoriale di Youtube” in cui i modelli del gioco si lanciano onde di energia l’uno contro l’altro e cadono rigidamente a terra. Anche le scene emotivamente inebrianti perdono ogni senso di tensione mentre i personaggi si muovono come goffe action figure con punti di articolazione limitati e low-poly. Inoltre, momenti emozionanti come scontri di spade e di raggi energetici perdono tutta la loro carica drammatica mentre queste scene usano incessantemente dissolvenze in nero con tagli luminosi sullo schermo. Va bene una volta, van bene due, ma alla terza viene il dubbio che siano state aggiunte per evitare di dover programmare ed animare la scena successiva. Il che è un peccato, perché sia ​​il cast vocale inglese che quello giapponese danno veramente il massimo con le loro performance vocali e i modelli dei personaggi sono riproduzioni fedeli con un aspetto magnifico in azione.

Tirando le somme, sebbene la modalità storia ci abbia profondamente deluso (fortunatamente è presente una modalità Extra che, pur soffrendo degli stessi problemi di quella base, farà la gioia dei fan più hardcore della serie, con interessanti “what if”), c’è ancora molto con cui giocare, vale a dire la modalità online e offline versus, ed è lì che il gioco brilla. Il combattimento di Bleach Rebirth of Souls va ben oltre quello di molti altri Arena Fighters, con un sistema di combattimento sorprendentemente profondo e tonnellate di amore messo nel rendere unico ciascuno dei suoi personaggi.

POWER RATING:
8.0/10
Peccato per la modalità storia e quella online, perchè BLEACH Rebirth of Souls è un Arena Fighter sorprendentemente solido tecnicamente e soprattutto con un gameplay gratificante, stratificato e profondo, una rarità per il genere.“

PRO:
+ Tecnicamente splendido
+ Gameplay estremamente stratificato, una rarità per il genere
+ Una lettera d’amore verso un anime/manga leggendario
+ Roster interessante e variegato

CONTRO:
– La modalità Storia è una delusione, peccato
– Modalità online anti-competitiva: mancano il rollback netcode, il crossplay, e i combattimenti classificati

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