Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da PQUBE
-Versione Testata: Nintendo Switch
-Disponibile per: Nintendo Switch
Inti Creates e PQube portano lo shooter più bizzarro e sexy del mondo nei nostri salotti! Siete pronti a difendervi dagli assalti di… bellissime ragazze? Cosa?!
Giochi strani ne sono passati tanti nella redazione di PW83 e prima ancora, in quelle in cui ha militato il nostro Pierre. Strani per i motivi più disparati: alcuni avevano gameplay bizzarri, altri avevano comparti grafici e concettuali pericolosamente in bilico tra il delirante e l’artistico, mentre altri erano strani per… beh, erano strani per noi occidentali, dove certe cose risultano ancora tabù e il solo pensare di mettere in commercio cose simili viene visto, da una società vecchia e mentalmente ottusa come quella in cui viviamo, come qualcosa di assolutamente inconcepibile. Un po’ come il titolo che stiamo per recensire, sviluppato in giappone da Inti Creates e portato nel Vecchio Continente dai nostri amici di PQube.

Diamo quindi il benvenuto a Gal*Gun (importantissima la stellina tra le due parole) Double Peace, port del capitolo uscito per Ps4 e PsVita nel 2015 e stavolta comprensivo di ogni DLC pubblicato finora (costumi, per la maggior parte). Ma la grande domanda che si sta formando nella testa dei lettori, scommettiamo, sarà quella relativa al perchè questo titolo si è meritato un preambolo simile. Qual’è, nello specifico, la stranezza insita in questo Gal*Gun che ha fatto sì che la recensione dovesse avere quasi due capitoletti dedicati al solo scopo di “mettere in guardia” i lettori? E’ semplice, ovverosia il fatto che Gal*Gun sia uno shooter su rotaia (ovvero sulla falsariga di House of the Dead, Virtua Cop, Panzer Dragoon, Rez, etc.etc.) dove il protagonista dovrà respingere gli assalti di una intera scuola popolata da giovani e belle ragazze sparando loro con -oddio- una pistola a feromoni e mandandole in uno stato di estrema gratificazione o, come viene chiamato dal gioco, euforia… Ora, mentre ci accingiamo a scrivere il prossimo capitolo, lasceremo il tempo al vostro cervello di processare il tutto. Fate con calma.

Visto? A conti fatti dopo aver riflettuto sulla cosa non è poi così strana come può sem… no, inutile prendersi in giro, l’intera premessa del gioco è decisamente assurda e sapete una cosa? A noi non interessa. Anzi, rincariamo la dose: Ben venga. Siamo stanchi di Case e Softhouse che giocano solo ed esclusivamente sul sicuro, quindi se qualcuno se ne esce con qualcosa di fuori dalle righe, politicamente scorretto, o tematicamente scomodo, ben venga.

Iniziamo quindi ad analizzare il gioco partendo come di consueto dalla trama che farà da sfondo alle nostre peripezie scolastiche. Il gioco si svolge nell’accademia fittizia denominata Sakurachi Academy in Giappone. Un angelo cupido ancora in prova, Ekoro, deve colpire uno studente con una freccia d’amore durante il suo esame per l’ammissione tra le fila dei Cupidi “Elite”, cosa che aiuterà inoltre lo studente a trovare l’amore della sua vita. L’obiettivo è il protagonista Houdai Kudoki, uno studente maschio decisamente impopolare dell’accademia. Tuttavia, Ekoro nota che Kurona, una giovane demone anch’essa impegnata in un esame, ha lo stesso obiettivo. Nel tentativo di colpire per primo il bersaglio, Ekoro aumenta accidentalmente la potenza “amorosa” della freccia di trentadue volte la quantità originariamente prevista. Questo fa sì che ogni ragazza della scuola si innamori perdutamente di Houdai, correndogli dietro freneticamente nel tentativo di rivendicarlo come loro partner. Allo stesso tempo, il suddetto demone colpisce le ragazze con il suo bastone, il che fa sì che le ragazze amino Houdai in un modo più fisico, il che include ferirlo in un modo simile alla schiavitù. A causa dell’effetto collaterale indesiderato causato dall’aumento della potenza amorosa del colpo sparato da Ekoro, Houdai affronterà una vita da solo se non troverà la sua ragazza “True Love” prima del tramonto. E’ una premessa assurda? Decisamente si. La cosa ci ha disturbato in qualche modo? Decisamente no.

Passiamo ora al gameplay, cuore -gulp!- pulsante di ogni videogame e di questo Gal*Gun nello specifico. Come menzionato poco sopra, il gioco sarà fondamentalmente uno shooter su rotaia (ovvero dove seguirete un predeterminato percorso da inizio a fine livello) in cui bisognerà eliminare, anzi pardon, mandare in estasi le varie ragazze che cercheranno di attaccarci in ogni modo possibile, urlando il loro amore, consegnandoci dichiarazioni in forma di lettera e… tutto quello che avete già visto in milioni di anime giapponesi, indipendentemente dal loro target o genere. Ogni ragazza avrà un punto debole specifico, come la testa, le gambe, i fianchi o… altre parti che potete sicuramente immaginare se conoscete almeno vagamente l’anatomia femminile. Tutto qui, dunque? Non proprio.

Innanzitutto avrete fondamentalmente tre diversi modi di difendervi. Il primo sarà il classico sparo, e non pensiamo ci sia molto altro da aggiungere. Il secondo sarà lo sparo caricato, in grado di coprire un’area maggiore sullo schermo e di stordire per un secondo le ragazze, e il terzo sarà la potentissima super-arma “Doki Doki” (onomatopea nipponica per il battere del cuore) che stordirà tutti i nemici presenti su schermo e vi permetterà di entrare in quella che è la modalità per cui Gal*Gun è famoso. Una volta attivata, una telecamera ruoterà attorno alle ragazze colpite da questa smart-bomb, e sarà vostro compito farle rinsavire sparando con la vostra pistolina a feromoni in parti specifiche o, tenendo premuto il tasto di attacco, accarezzarle fino a mandarle in euforia, facendole tornare con i piedi per terra. Sarà possibile “curare” da una sola ragazza fino a tre contemporaneamente, durante il Doki Doki.
(Voi non avete nemmeno idea della fatica che stiamo facendo a scrivere questo articolo… NdRedazione)

Ci saranno poi diversi tipi di ragazze che porteranno in dote diversi problemi. Per esempio, quelle punzecchiate dalla lancia di Kurona saranno decisamente più ostiche da sconfiggere ed oltre a richiedere più colpi avranno dalla loro parte anche un mini demone a proteggerle, ostacolo che andrà eliminato quanto prima. Non è finita: il giocatore avrà a disposizione, premendo il dorsale destro, una modalità zoom, cosa che mostrerà diverse cose non visibili durante il normale gameplay: in primis l’intimo indossato dalle ragazze, ma soprattutto oggetti nascosti e nemici in attesa di saltarvi addosso. Gli oggetti nascosti vi aiuteranno a completare le diverse missioni secondarie che vi verranno assegnate durante il playthrough, e potranno spaziare da un set di colori che una ragazza ha dimenticato nel suo spogliatoio a libri, mazzi di chiavi, scovare ragazze fantasma nascoste, e qualunque cosa vi possa venire in mente. Completare queste missioni, così come completare i livelli di gioco con la valutazione più alta possibile, vi farà guadagnare crediti che potrete poi spendere da Aoi, una musicista che per qualche motivo non è influenzata dalle condizioni di Houdai e che gestisce il negozio della Sakurachi Academy. Gli oggetti acquistabili spazieranno tra i più disparati, tra cui statistiche del giocatore aumentate, colpi più potenti e nuovi angoli della fotocamera per la modalità Doki-Doki. Le donazioni possono anche essere fatte ad Aoi nello specifico, cosa che sbloccherà il suo finale segreto se ne verranno fatte abbastanza.

Tirando le somme, a noi questo Gal*Gun Double Peace è piaciuto non poco. In primis amiamo questo genere di nicchia, quindi ogni scusa per poter iniziare a sparacchiare a qualche bersaglio sullo schermo è più che gradita, ed in più, contrariamente a quanto l’attuale clima social-benpensante potrebbe lasciare supporre, ci è piaciuta l’intera premessa. E’ un gioco assurdo, borderline stupido, ma sa benissimo di esserlo e non fa il minimo sforzo per nascondersi dietro ad un dito. Certo, il fan-service è decisamente marcato e preponderante ed ammettiamo che almeno inizialmente ci siamo sentiti piuttosto a disagio nello sbirciare sotto alle gonne delle studentesse che cercavano di attaccarci o nell’usare la modalità zoom (che oltre a rivelare nemici ed oggetti nascosti, funziona anche vagamente come un binocolo a raggi-X), ma una volta entrati nel giusto mind-set, abbiamo accolto a braccia aperte l’assurdità dell’intero progetto. Non fermatevi alla prima apparenza, quindi, ma giocate questo Gal*Gun e divertitevi prendendolo per quello che é: una interpretazione come non la avete mai vista di un genere di nicchia, divertente e assolutamente conscia di sé, che non si cura minimamente di quello che potrebbe pensare il versante più “snob” dei videogiocatori. E sapete una cosa? Dovreste fare lo stesso anche voi.
POWER RATING:
8.0/10
“Assurdo, esilarante, esagerato e fuori dagli schemi. GGDP diverte divertendosi a sua volta. Dategli una chance e non ve ne pentirete.”
PRO:
+Esilarante nella sua assurdità
+Alta rigiocabilità, con diversi finali e scelte durante il playthrough
+Comandi semplici ed efficaci
+Tanti contenuti extra
CONTRO:
-Tecnicamente un po’ datato
-Rigiocabile, ma avremmo preferito durasse maggiormente

Una risposta a "#Review: #GalGunDoublePeace! – “Lo shooter on-rails più peccaminoso che ci sia!”"