Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Square Enix
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC (Windows)
Square Enix si affida al talentuoso Team Ninja di Koei Tecmo per ripercorrere la genesi del primo capitolo di Final Fantasy!
Alle volte il mondo videoludico riserva agli utenti alcune delle collaborazioni più impensabili. Un po’ come nel caso di questo Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin (titolo fin troppo lungo, che andremo a battezzare da qui in poi come SOPFFO) che vedrà la storica Square-Enix fornire il setting e il brand a Koei Tecmo, che a sua volta si dedicherà alla realizzazione pratica del titolo. Nello specifico, sarà il leggendario Team Ninja ad occuparsi del tutto. Non lo conoscete? Male, perchè sono i signori dietro a titoli quali la recente bilogia di Nioh, ma soprattutto dietro a serie leggendarie come quella di Ninja Gaiden e Dead or Alive. Sulla carta quindi, una collaborazione celestiale, per rimanere sul tema proposto dal titolo del gioco, ma a conti fatti, funzionerà?

La prima cosa che ci siamo chiesti però, ancor prima di iniziare a giocare, é stata: “c’era veramente bisogno di ri-immaginare Final Fantasy 1? Qual’è il grande piano dietro SOPFFO, fare un reboot dell’intera saga, magari includendo anche gli spin-off, oppure sarà un capitolo a sé stante, una specie di licenza poetica? Possiamo considerarlo alla stregua di uno dei what if che tanto vanno di moda nel mondo fumettistico?” Queste sono domande a cui non ci è dato avere risposta, perlomeno nell’immediato, ma sappiate che SOPFFO una trama ce l’ha, e ve la andremo a spiegare senza indugiare oltre. Premessa: Stranger of Paradise è una specie di rivisitazione del Final Fantasy originale, ma con un focus sull’azione. Detto questo, il succo è che il protagonista Jack Garland e la sua banda di eroi (inizialmente, lo stoico Jed e l’irriverente Ash) sono incaricati dal re di eliminare i cristalli dell’oscurità e stanno potenzialmente cercando di eliminare il “Caos” – un male che può o potrebbe non esistere. Jack è ossessionato dall’idea di sconfiggere il caos e, come molti cupi eroi degli anime prima di lui, la cosa divertirà enormemente i suoi compagni di viaggio. Ad ogni modo: Inizierete l’incursione di Jack, Jed e Ash in questa terra fantastica ad avventura già avviata, cosa che aiuterà e danneggerà la struttura di ciò che verrà dopo. Da una parte aggiungerà un po’ di mistero al tutto. Dall’ altro, avremmo preferito avesse una struttura in cui seguiamo i nostri eroi dall’inizio. Ci vorrà del tempo per abituarsi alla loro situazione, ma molti di voi ci arriveranno e alla fine la mancanza di informazioni anticipate conterà. Nonostante il marketing, Jack non è così insopportabile come sembra. Il cast che prende in giro il suo essere così insofferente aggiunge molta leggerezza, e sì, all’inizio si parlerà molto del Caos (il gioco venne criticato all’annuncio per una sovrabbondanza di scene in cui Jack non faceva altro che ripetere di dover uccidere il Caos, al punto in cui divenne un meme). Vogliamo però aggiungere un’ulteriore spunto: abbiamo letto da testate concorrenti come la narrativa sia scostante e incoerente. Vogliamo dare ragione ai nostri colleghi, ma solo fino a metà. E’ vero che verrà esposta in maniera piuttosto frastagliata, ma dopo esserci presi la briga di completare il gioco, sappiate che questa re immaginazione del Final Fantasy originale ha decisamente un suo perchè. Non sarà un colossal e probabilmente non entrerà nella storia, ma è indubbio come sia stata curata e pensata decisamente bene. Un consiglio? Non lasciatevi distrarre dalla prima metà del gioco.

Così come non dovete pensare che questo sia un Final Fantasy nel senso classico del termine. Questo è, in tutto e per tutto, un action-game di Team Ninja, che usa il brand di Square Enix per contestualizzare l’insieme. E non è finita, perchè oltre ad essere chiaramente un prodotto di Team Ninja, si rifà altrettanto esplicitamente alle sue ultime produzioni, Nioh e Nioh 2, invece dei suoi prodotti più storici (la trilogia di Ninja Gaiden, fondamentalmente). Cosa aspettarci quindi da questo SOPFFO, in termini di gameplay? Se avete già giocato un qualunque Soulslike saprete bene o male cosa aspettarvi: Demon’s Souls, Dark Souls, Bloodborne, Nioh, Elden Ring, Mortal Shell, Remnant from the Ashes… il succo è quello. Per tutti gli altri, avrete davanti a voi un titolo che fa dello studiare le mosse dei vostri nemici una questione altrettanto importante che l’attaccarli nel senso stretto del termine. Dovrete gestire colpi, schivate, rotolate, parate, e parry, e scatenare potenti attacchi speciali che consumeranno la vostra barra della magia (SOPFFO è pur sempre ambientato nell’universo di Final Fantasy, ergo era immancabile). Il chiaro fiore all’occhiello di Stranger of Paradise, dicevamo, è la forza e la varietà del sistema di combattimento. Quindi, oltre a bloccare, schivare e usare abilità specifiche delle specializzazioni disponibili (ne parleremo più avanti), avrete anche anche il sistema chiamato “Soul Shield”. Pensatelo come ad un “Perfect Block” in un gioco di combattimento, che attiverà uno scudo magico governato da un misuratore che fungerà anche da meccanica di stordimento per Jack. Se eseguito con successo, potrete indebolire gli MP nemici (e aumentare la vostra barra MP), che a sua volta vi consentirà di attivare più abilità. Se usato perfettamente su un’abilità nemica, potrete risucchiarla come un Blue Mage e rilanciarla al nemico. Poi c’è l’abilità finale (Soul Burst) che vi consente di afferrare nemici sfiancati e, grazie a superbe, violente e viscerali animazioni, a sua volta vi premierà con MP. Come potete capire, gli MP sono parte fondamentale dell’economia di gioco e del ritmo dello stesso.

Non ci è voluto molto perchè ci innamorassimo di questo sistema. È veloce e così versatile che potete piegarlo a vostro piacimento, e alcuni loadout possono persino usare combo o scegliere su cosa vogliono concentrarsi. Dobbiamo sottolineare questo: l’enorme quantità di lavori (Jobs) disponibili in Stranger of Paradise è una grande ragione per cui tutto funziona così bene. All’inizio vi farete un’idea dei job base come spadaccino, pugile e mago, che offrono tutti stili di gioco distinti – potenza lenta e costante, rapidità e distanza – oltre alle loro altre sfumature basate sulle abilità. Dopodichè inizierete a sbloccare di più. E altro ancora. E altro ancora. Il lavoro del Predone (Marauder) armato di ascia può caricare ogni attacco e assorbire danni mentre si carica con la super-armatura. Altro esempio? Il grande potere del Guerriero è un grido di battaglia che recupera lentamente HP e può utilizzare una varietà di armi, che sono in netto contrasto con uno stile di gioco incentrato sull’ascia. Inoltre, potrete passare da un lavoro all’altro durante il combattimento con la pressione di un tasto, concatenare abilità dei diversi Job e creare combo in cui ogni Job lavora in sinergia con l’altro. Delizioso.

Tecnicamente, è dove SOPFFO traballa pericolosamente. Graficamente il gioco non è per nulla in linea con le produzioni odierne e metterlo a fianco di un Elden Ring sarebbe assolutamente un massacro per il titolo Square/Koei. I modelli poligonali ci sono, sono ben fatti ed animati discretamente, ma il problema è che lo sarebbero se il titolo fosse uscito per PlayStation 3. A conti fatti, anche le due modalità di visualizzazione disponibili, ovvero quelle privilegianti la fluidità dei 60fps o una maggior resa grafica, sono piuttosto ridondanti: impostate la modalità performance a 60 frame e godetevi il sistema di combattimento, vi risparmierete una arrabbiatura. E’ palese come il budget del gioco non sia assolutamente comparabile a quanto prodotto normalmente da Square-Enix. Molto meglio il comparto audio, con una recitazione inglese in linea di massima ben fatta (rimangono i soliti sbalzi di volume tra le diverse tracce audio) e soprattutto con temi iconici della saga di Final Fantasy riarrangiati in maniera decisamente evocativa e peculiare. Non vogliamo spoilerare nulla, ma ascoltare il tema principale di Final Fantasy sfumare dalla versione orchestrale a una reinterpretazione in stile dubstep ci ha colto decisamente impreparati. Interessante!

Tirando le somme, riusciamo chiaramente a vedere come recensioni e opinioni su Stranger of Paradise siano agli antipodi le une dalle altre. Non è un gioco per tutti, nonostante il nome di Final Fantasy possa attirare le persone. Come abbiamo già scritto, è prima di tutto un gioco d’azione Team Ninja e poi una strana storia di isekai (termine che negli anime giapponesi indica trame che vanno a toccare dimensioni alternative, viaggi nel tempo, etc). È anche uno dei giochi più strani che ci sia capitato di recensire da un po’ di tempo perché è vero che parla al giocatore in molti modi, con un sistema di combattimento sublime ed una trama inaspettata e convoluta, ma mostra anche i suoi difetti sullo stesso vassoio in cui vi sta elencando i suoi pregi. Il nostro consiglio? Entrate con cautela se state cercando un nuovo gioco d’azione in cui affondare i denti, ma non scartatelo a priori.
POWER RATING:
8.0/10
“Potenzialmente il Final Fantasy meno Final Fantasy mai pubblicato, SOPFFO non è comunque un titolo da depennare dopo una sola occhiata: credeteci, il titolo nato dalla joint-venture Square/Koei/Team Ninja potrebbe diventare il vostro nuovo action preferito. Dategli solo il tempo di aprirsi.”
PRO:
+Trama convoluta ed interessante
+Una reinterpretazione del FF originale decisamente peculiare
+Sistema di combattimento delizioso: profondo, reattivo e complesso
+Il Job-System è una chicca, versatilissimo
CONTRO:
-Graficamente sottotono
-L’impatto iniziale è scioccante

Una risposta a "#Review: #StrangerOfParadise #FinalFantasyOrigin – “#SquareEnix e #KoeiTecmo riscrivono le origini di #FF!”"