Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Konami
-Versione Testata: Xbox Series X

-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC (Steam)

Konami e Digital Eclipse rendono omaggio agli “heroes in a half shell” con una delle migliori collection mai realizzate!

Le Tartarughe Ninja, icona indiscussa degli anni ’90, stanno vivendo una seconda giovinezza. Subito dopo la pubblicazione del fantastico Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge (CLICCATE QUI per la recensione) di Dotemu, Konami, assieme ai talentuosi Digital Eclipse, calano l’asso di briscola con la collection definitiva dedicata agli eroi verdi: TMNT The Cowabunga Collection!

Konami e Digital Eclipse, questa volta, hanno fatto davvero le cose in grande: 13 giochi spazianti dai cabinati arcade, al Megadrive, allo SNES, al NES ed addirittura al Gameboy, e non è finita! Dopo la sequenza introduttiva potrete andare a curiosare ne “Il covo delle Tartarughe”, dove potrete trovare qualcosa come 250 copertine originali dei fumetti; playlist musicali complete per ogni gioco; immagini fisse di ogni stagione di ogni serie di cartoni animati delle Tartarughe; un set completo di copertine e manuali di gioco originali, varie pubblicità dell’epoca e, in modo impressionante, una massa di documenti di progettazione che mostrano i concept art degli anni ’80 e ’90 di Konami.

Parlando della collection in termini più ampi, con ben 13 giochi disponibili sia in versione Americana che Giapponese, il rapporto qualità-prezzo non è un problema. Sebbene possa essere preoccupante che molte voci vengano ripetute come port, la personalizzazione delle conversioni di Konami rende ciascuna un’esperienza per lo più unica. Ci sono anche vari “miglioramenti” per ogni titolo, tra cui l’invincibilità della modalità God, le selezioni di livello, le modalità Nightmare e Turbo e, nel caso di Tournament Fighters, un’opzione per sbloccare stage extra per le sfide contro un altro giocatore umano. Inoltre, le funzioni di proporzioni, sfondi, filtri immagine, riavvolgimento e salvataggio dello stato sono tutte disponibili dal menu di pausa. Non c’è che dire, impressionante.

Andiamo ora a vedere i titoli disponibili, iniziano con i due relativi alle sale giochi: Teenage Mutant Ninja Turtles (arcade, 1989) e Turtles in Time (arcade, 1991). Il primo sarà il grande classico che tutti, ma proprio tutti, abbiamo giocato in gioventù, ancora inebriati dall’amore provato per i quattro simpatici eroi. Punto focale di ogni arcade dei primi anni ’90, il suo audio evocativo e l’estetica inimitabile sono tutti presenti e corretti, e lo sviluppatore Digital Eclipse sembra aver leggermente perfezionato anche gli input di controllo. Turtles in Time, da parte sua, ne è la naturale evoluzione, con più animazioni, più mosse disponibili e una estetica ancora più fedele al materiale originale. Entrambi i titoli, va detto, saranno giocabili in solitaria, co-op ed addirittura online.

Teenage Mutant Ninja Turtles (NES, 1989) è nostalgicamente rilevante quanto il suo cugino arcade, uscito lo stesso anno, ma famoso per ragioni completamente diverse. Quasi tutti i bambini che avevano un NES lo possedevano o lo giocavano a un certo punto, guidando il furgone “delle Tarta” in superficie prima di entrare nelle fogne per navigare nelle sezioni platform a scorrimento laterale. Sebbene abbia ricevuto una reazione tardiva nel corso degli anni, principalmente a causa della sua feroce difficoltà e dei controlli ingombranti, l’abbiamo trovata una piacevole rivisitazione. Proseguendo troviamo Turtles II: The Arcade Game (NES, 1990) dove Konami riuscì nell’impossibile, comprimendo l’originale arcade in una cartuccia a 8 bit. Le concessioni ovvie sono fatte in termini di fedeltà audio e grafica, ma il gioco rimane veloce, avvincente e decisamente più equo di quello su cui si basa. Con due nuovi livelli, Baxter Stockman come nuovo boss e altri piccoli tocchi come sezioni e variazioni estese, è sicuramente abbastanza diverso dal suo cugino arcade da meritare attenzione. Per chiudere l’era relativa al leggendario 8-bit di Nintendo, Turtles III: Manhattan Project (NES, 1991) mantenne il genere del picchiaduro a scorrimento mentre introduceva una serie di nuovi boss sotto forma di Rahzar, Tokka, Groundchuck, Dirtbag e Leatherhead. In otto fasi, è un affare lungo e graficamente curato che si lascia giocare in modo simile al suo predecessore.

E’ poi la volta dei 16-bit: Teenage Mutant Ninja Turtles IV: Turtles in Time (SNES, 1992). Venerato come uno dei port arcade di altissima qualità del suo tempo, imita sorprendentemente bene la sua controparte arcade, permettendo di lanciare i nemici verso lo schermo e di essere creativi con le combinazioni di combattimento. Le modifiche includono Bebop, Rocksteady e Super Shredder che entrano nella mischia, assieme a qualche modifica ai livelli. Note negative? Qualche rallentamento dovuto all’hardware del Super Nintendo, ma niente di trascendentale. Proseguendo, ecco Teenage Mutant Ninja Turtles: Hyperstone Heist (Mega Drive, 1992) che si muove a un ritmo vertiginoso, rispetto alla sua controparte per SNES. Hyperstone Heist ha solo la metà del numero di livelli rispetto a Turtles in Time, ruba gli sfondi di entrambi i giochi arcade e li mescola insieme introducendo livelli e boss completamente nuovi, in particolare il Giappone feudale e Tatsu the Ninja. Sebbene riduca alcuni elementi, come la capacità di lanciare nemici verso lo schermo, e sia limitato a un’ora di gioco dall’inizio alla fine, è comunque decisamente arcade grazie all’architettura del Mega Drive. Con sprite audaci e ottima animazione, la sua maggiore velocità generale lo rende incredibilmente divertente da giocare, e alcuni potrebbero persino preferire la sua immediatezza al suo equivalente spirituale per SNES.

Eccoci poi arrivati all’angolo relativo al mai dimenticato Gameboy, a cui sono dedicati ben tre giochi: Teenage Mutant Ninja Turtles: Fall of the Foot Clan (Game Boy, 1990) è un gioco d’azione a scorrimento laterale che ha più cose in comune con Contra che Final Fight, in quanto si dovrà andare avanti ed eliminare i nemici attraverso cinque allegri livelli a tema Tartaruga con ottimi disegni. Il sequel, Teenage Mutant Ninja Turtles II: Back from the Sewers (Game Boy, 1991), è in qualche modo inferiore nel lavoro sugli sprite, ma molto più ampio, con fasi di skateboard e la capacità di attraversare aree più ampie dello schermo. L’ultima voce della trilogia per Game Boy, Teenage Mutant Ninja Turtles III: Radical Rescue (Game Boy, 1993), passa dall’azione diretta all’avventura in stile labirinto dove sarete impegnati a “salvare” i vostri amici per renderli giocabili. Le abilità uniche di ogni tartaruga possono quindi essere utilizzate per progredire, rendendolo de-facto una sorta di Metroid/Castlevania a tema TMNT.

Ci siamo tenuti la ciliegina sulla torta per ultima. Anzi, non una, ma ben tre ciliegine, ovvero i fighting games 1v1 dedicati alle nostre amate Tartarughe. Tutti nominati TMNT Tournament Fighters, i 3 titoli in oggetto non potrebbero essere più differenti tra loro, nelle loro incarnazioni per SNES, Megadrive e NES. Quello per Super Nintendo è probabilmente il titolo più importante dell’intera raccolta, ancora attivo sulle scene dei più importanti tornei mondiali, mentre non si può dire lo stesso di quello per Megadrive. Lungi dall’essere un brutto gioco, manca della profondità e della raffinatezza della versione per SNES. In ultimo, la versione più strana di tutte, ovvero quella per NES: In realtà è abbastanza impressionante per una console a 8 bit e, sebbene ridotto a elementi molto semplici, regala soddisfazioni. È breve e semplicistico, ma se si considera il numero di fighting games per NES, non può che essere fonte di gioia.

Tirando le somme, TMNT The Cowabunga Collection non solo è una compilation di glorie di indubbio valore, ma anche una delle collection più ricche in termini di contenuti mai pubblicate. A riprova della qualità del progetto, nessun tipo di DLC o microtransazione è o sarà presente. Brava Konami, così ti vogliamo.

POWER RATING:
9.0/10

“L’operazione Nostalgia perfetta. Porting fedeli, tantissimi contenuti, rollback netcode per il gioco online e nessun tipo di DLC o microtransazione. Un applauso a Konami e Digital Eclipse!”

PRO:
+13 giochi, tutti divertenti
+Rollback Netcode per il gioco online!
+Tantissimi contenuti extra
+Una lettera d’amore verso il franchise
+Tournament Fighters (SNES) è ancora sublime

CONTRO:
-Alcuni giochi sono ripetizioni di altri porting

Posted by:Powerwave83

2 risposte a "#Review: #TeenageMutantNinjaTurtles The Cowabunga Collection – La migliore raccolta di sempre?"

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