Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Terrible Toybox
-Versione Testata: Nintendo Switch
-Disponibile per: Nintendo Switch, PC (Steam)
Dal leggendario Ron Gilbert, una nuova avventura attende l’imbranato Guybrush Threepwood! Sarà valsa la pena aspettare tre decenni?
Non vi nascondiamo che, anche dopo aver testato esaustivamente il gioco ed avervi speso sopra un discreto numero di ore, fatichiamo ancora a credere di aver potuto assaporare con mano una nuova creazione di Ron Gilbert, leggendario designer dietro a titoli ormai consolidati nell’Olimpo dei videogames quali Maniac Mansion ma soprattutto i primi due capitoli dell’indimenticabile saga di Monkey Island. A tal proposito, per darvi una vaga idea di quanto fosse influente questo signore, sappiate che le tanto adorate cutscene che vediamo ai giorni nostri vennero inventate letteralmente da Mr. Gilbert per il sopracitato Maniac Mansion. Abbiamo reso l’idea?

Non conoscete Monkey Island? Molto male, perché significa che vi siete persi due tra i migliori (se non I migliori) esponenti dell’ormai defunto genere una volta denominato “punta & clicca”. Cos’avevano di speciale? Trame deliranti, divertentissime, con dialoghi ormai entrati nella Hall of Fame delle più importanti citazione di tutti i tempi come “Look, a three headed monkey!” (Guarda, una scimmia a tre teste!) e “It’s a rubber chicken with a pulley in the middle” (E’ un pollo di gomma con una carrucola nel mezzo) e alcuni dei più assurdi ed esilaranti puzzle mai apparsi in un videogioco, è impossibile non vedere menzionati i due Monkey Island nelle liste delle avventure più importanti dell’intero panorama videoludico. Ora, il signor Gilbert si ritrova a far squadra con Dave Grossman dopo più di 30 anni per portare nelle nostre case il sequel diretto di Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge, un gioco che a sua volta avrebbe bisogno di uno speciale, viste le varie vicissitudini dietro alla sua concezione e pubblicazione.

Ad ogni modo, Return to Monkey Island è finalmente tra noi e possiamo già annunciarlo senza remora alcuna: E’ un successo. Erano mesi, se non anni, che non ci capitava per mano un titolo simile, e questa volta vogliamo sbottonarci un po’ rivelandolo già da ora. Il lavoro di Gilbert, Grossman e di tutto il team di Terrible Toybox è sia un importante evoluzione del franchise in termini narrativo/stilistici, che un fondamentale rimando ai due titoli originali. Tutto è assolutamente perfetto, dalla delineatura caratteriale dei personaggi al doppiaggio, dal nuovo stile grafico (inizialmente criticato dai fan, per qualche sciocco motivo) alle pungenti battute che vi faranno compagnia per l’intera durata del vostro viaggio, passando per la superba colonna sonora, il lavoro corale del piccolo team americano è qualcosa di encomiabile.

Ma quale sarà la trama dietro la nuova avventura del più vecchio, ma non necessariamente più saggio, Guybrush Threepwood? E’ presto detto. Sono passati molti anni dall’ultima volta che il nostro biondo protagonista si è dovuto confrontare con la sua nemesi, il pirata fantasma zombi LeChuck. Il suo vero amore, Elaine Marley, ha distolto la sua attenzione dal governo e lo stesso Guybrush è alla deriva e insoddisfatto, non avendo mai trovato il segreto di Monkey Island. I giovani pirati alla moda guidati dal capitano Madison hanno soppiantato la vecchia guardia dal potere, l’isola di Mêlée ha preso una brutta piega e il famoso uomo d’affari Stan è stato imprigionato per “crimini legati al marketing”.

Vedere Guybrush passeggiare nel punto panoramico di Mêlée Island, con il fuoco acceso e il barbuto Lookout che sorveglia l’intera isola, ci ha riportato a quando abbiamo giocato a The Secret of Monkey Island per la prima volta. Potrete ancora visitare lo SCUMM Bar, passare sotto l’enorme orologio nella piazza della città che rimane bloccato alle 22:00 (“Anche un orologio rotto è giusto due volte al giorno”) e chattare con The Voodoo Lady davanti al suo calderone ribollente. Ci sono stati alcuni cambiamenti dall’ultima volta che Guybrush ha messo piede sulle strade acciottolate dell’isola, con una nuova generazione più giovane di pirati al comando e un paio di nuovi proprietari che si sono stabiliti, ma i giocatori di ritorno si sentiranno come a casa, in particolare per la colonna sonora (arrangiata dai compositori originali della serie) che richiamerà melodie familiari che si sono insinuate per la prima volta nelle loro (e nostre!) orecchie decenni fa.

Tecnicamente, ogni capitolo della serie ha sempre introdotto un nuovo stile artistico per mantenere le cose fresche e Return to Monkey Island lo fa con disinvoltura. Tutto, dai personaggi agli sfondi agli oggetti, sembra essere stato tratto da un libro di fiabe colorato, con caricature espressive e splendidi primi piani che danno vita al mondo con un’estetica accattivante. È uno stile visivo che sembra moderno, e lo stesso si può dire anche del suo gameplay. La vecchia interfaccia point-and-click basata su SCUMM per la selezione di diversi comandi verbali (come “parla con” e “rispondi”) è stata sostituita con un sistema semplificato che spesso offre una o due opzioni sensibili al contesto durante l’interazione con un oggetto o un personaggio. L’apertura dell’inventario consente di afferrare gli oggetti e trascinarli in una scena, vuoi per darli a qualcuno, vuoi per posizionarli da qualche parte o per combinarli con qualcosa. C’è anche un pratico elenco di cose da fare situato nell’inventario in modo da poter tenere traccia dei vari obiettivi. È tutto molto intuitivo e consentirà di concentrarsi sulla risoluzione della miriade di enigmi che Return to Monkey Island lancerà al giocatore. Infine, tutti i giocatori potranno godere del nuovo “Libro dei Suggerimenti”, un pratico manufatto che vi verrà donato a inizio gioco e che vi permetterà, nel caso rimaniate bloccati, di ottenere utili indizi su come proseguire. Il bello di tutto questo é che i suddetti suggerimenti saranno elargiti “per gradi”: il primo sarà generico, e via via fino alla (quasi) soluzione dell’enigma. Intelligente!

Non è finita: All’inizio di ogni partita, potrete scegliere tra due modalità di difficoltà: Casuale, che semplifica gli enigmi rimuovendo alcuni passaggi necessari per risolverli, e Difficile, che presenterà enigmi più difficili ed in maggior quantità, simili ai giochi degli anni 90. Sempre sul menù principale, sarà presente il “Guybrush’s Scrapbook”, una simpatica modalità che metterà i giocatori in pari con quanto avvenuto nei precedenti capitoli della saga. Una sorta di riassunto della serie, se vogliamo: é una aggiunta interessante, ma avrebbe potuto essere un filo più esaustiva.

Tirando le somme, vorremmo e potremmo parlarvi in maniera esaustiva di tantissime altre cose, ma sentiamo che non sarebbe giusto. Non lo sarebbe perché una parte integrante di Monkey Island è lo scoprire e rimanere sorpresi, divertiti e deliziati dalle mille particolarità che il gioco saprà offrirvi. Sappiate che, per noi, Return to Monkey Island è un acquisto assolutamente essenziale, e anche voi dovreste farvi un regalo, se siete alla ricerca di una avventura che lascerà sicuramente il segno nel vostro cuore.
POWER RATING:
9.5/10
“Scritto in maniera superlativa, Return to Monkey Island è l’esempio perfetto di sequel: costruisce sulle basi dei precedenti capitoli pur non dimenticando le sue radici e anzi, facendone tesoro. Bentornato Guybrush, ci sei mancato.”
PRO:
+Una storia accattivante, scritta con tangibile passione verso il materiale in oggetto
+Graficamente delizioso, il nuovo stile sprizza carisma da tutti i pori
+Comparto audio di prim’ordine, sia come colonna sonora che come recitazione
+Il nuovo sistema di interazione è dinamico e ottimamente implementato
+Il sistema di suggerimenti è superbo, utile ma mai troppo esplicito o invasivo
+Puzzle creativi ed assurdi al punto giusto, ma mai impossibili
CONTRO:
-Avremmo gradito qualche dettaglio in più nel riassunto della serie

Una risposta a "#Review: #ReturnToMonkeyIsland – Guybrush Threepwood torna a solcare i mari nel nuovo capolavoro di Ron Gilbert!"