Di Redazione PW83

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“You want STARS? I’ll give you STARS!”

Ah, Resident Evil 3. Un gioco con un passato decisamente tumultuoso. Nel 1999, Capcom aveva piani differenti per la saga. Originariamente, il mai troppo lodato Resident Evil: Code Veronica avrebbe dovuto essere il terzo capitolo ufficiale della serie, con “Last Escape” (titolo originale giapponese di RE3) a fare da spin-off. Per chissà quali motivi però, i ruoli vennero ribaltati e Veronica divenne uno dei Resident Evil “non numerati”, mentre “Last Escape” venne rinominato “Nemesis” in Europa e divenne il sequel ufficiale di Resident Evil 2.
Ora, 21 anni dopo, eccoci qui a parlare ancora di Resident Evil 3… per la prima volta.

Abbiamo deciso di recensire questo titolo un po’ oltre la data di uscita, per svariate ragioni. Prima e più importante, volevamo testare il gioco nel dettaglio, completandolo più volte e a tutti i livelli di difficoltà. Successivamente, volevamo che si calmasse un po’ il polverone mediatico online riguardante la longevità del titolo, il fatto che avrebbe dovuto essere un DLC per Resident Evil 2 Remake, e via discorrendo. Siamo ora nella posizione, dopo 55 ore di gioco totali, di conoscere il gioco come il palmo della nostra mano, e poter analizzarlo nel modo più obiettivo possibile. Bene dunque, dopo questa piccola premessa, iniziamo la review!

Questa volta inizieremo con le novità portate da questo Resident Evil 3 Remake (RE3R da ora), anche perchè così come l’originale, definire “pretestuosa” la trama sarebbe comunque un complimento: Jill Valentine, ancora scossa dagli eventi del primo titolo, viene braccata da una mostruosa figura di nome Nemesis, e dovrà fare tutto quello umanamente possibile per fuggire dalla città. Ammettiamolo, il comparto “trama” non è mai stato uno dei punti cardine della di saga di Capcom, e RE3R non fa eccezione.

Detto questo, andiamo ad analizzare il titolo un po’ più nel dettaglio. Così come con il Remake di Resident Evil 2 dell’anno scorso, anche RE3R è stato ricostruito praticamente da zero. La prima cosa che noterete è che il gioco gira sul superbo RE Engine, usato con risultati egregi nel sopramenzionato RE2Remake, in Resident Evil VII (2017) e nel fantastico Devil May Cry V. Capcom ha letteralmente tirato fuori un coniglio dal cappello nello sviluppare questo nuovo motore grafico, e possiamo solo esserne riconoscenti. RE3R nello specifico, sembra girare ancora meglio delle precedenti realizzazioni, con un maggior numero di dettagli e un miglior sistema di luce/ombra, in grado di dare vita a scenari assolutamente evocativi. Una cosa che abbiamo notato però, è che gli zombie non possono più essere smembrati. O meglio, possono, ma non allo stesso livello di quanto visto in RE2R. Dettaglio inutile? Dettaglio fondamentale in un gioco horror? Decidetelo voi, ma non preoccupatevi, RE3R è ancora pieno zeppo di gore e splatter. Una nuova meccanica introdotta nel gioco è la “schivata”: Premendo R1 + Una direzione sull’analogico di sinistra, il vostro personaggio effettuerà un piccolo balzo nella direzione indicata, potenzialmente negando ogni pericolo di danno. Se propriamente utilizzata, questa tecnica sarà assolutamente fondamentale alle difficoltà più elevate. Va anche detto però che in tutta onestà, questa tecnica rischia anche di diventare un po’ TROPPO invasiva, specialmente dopo aver memorizzato i pattern di attacco dei vari nemici. Una delle peculiarità di RE2R era il fatto che si, il gioco era stato reso molto più dinamico rispetto all’originale, ma una volta vicini al nemico, a meno di non avere un coltello o un’altra arma di difesa a corto raggio, ci si doveva rassegnare a subire danni. In RE3R sono state tolte le armi di difesa, ma sono state rimpiazzate da qualcosa di potenzialmente ancora più efficace, rendendo il tutto un po’ (troppo) sbilanciato verso il giocatore.

Senza poi voler provare a nasconderci dietro un dito, il problema della longevità del titolo è comunque presente. Il gioco, nella nostra prima run a livello di difficoltà Standard, è stato completato dopo 6 ore e 36 minuti, risultato che tiene però conto del tempo passato esplorando ogni singola stanza, scenario, arma…insomma, il classico primo playthrough. Successivamente, abbiamo eseguito molte altre run, da quelle per raccogliere alcuni trofei specifici, a quelle alle difficoltà più elevate, e va detto che oggettivamente, i nostri tempi sono oscillati parecchio. Il nostro “record”, se così si può definire, è stato registrato durante una speedrun tentata a livello “assistito” (il più facile), dove il cronometro ha segnato un piuttosto terrificante 1.05.55. Va detta una cosa però: Usavamo il lanciarazzi, abbiamo saltato qualunque area opzionale, abbiamo saltato ogni singolo filmato, e sapevamo esattamente dove andare a fare cosa, e quando.

Riassumendo: Il gioco sicuramente non è lungo quanto il suo predecessore RE2Remake, ma è altresì vero che nemmeno l’originale RE3 poteva contare sulla longevità del capitolo precedente. Inoltre, è vero che un singolo playthrough di RE3R si aggirerà sulle medie scritte nel capitolo precedente, ma qui entra in gioco il fattore rigiocabilità: Immediatamente dopo aver completato il gioco la prima volta potete iniziare a completare le varie sfide presenti nell’apposita sezione, allungando così la vita del titolo. Onestamente, non abbiamo trovato la longevità del titolo un problema così insormontabile. I nostri problemi verso il titolo semmai, arrivano da altre cose. Laddove il remake di RE2 era una ricostruzione completa dell’esperienza in ogni singolo passaggio (seppur ri-immaginato), RE3R ci ha lasciato l’impressione di essere una sorta di “best of” di quanto avvenne nell’originale. Certo, si farà bene o male quello che ci si aspetta di fare, ma se possiamo azzardare un paragone, RE2R è una montagna russa con salite, discese, tempi morti per riprendere inerzia, e via ancora in un susseguirsi di emozioni fino alla conclusione. RE3R invece, lo paragoniamo a una serie di diapositive delle vacanze: si vedranno tutte le cose più belle e più emozionanti, ma quasi nulla di tutto il resto. E’ sicuramente una esperienza molto più cinematica e adrenalinica, senza dubbio, ma è veramente quello che la gente cerca in un survival horror? E sopratutto, è quello che cerca, con una “schivata” in grado di rendere il tutto quasi triviale se usata alla perfezione?

E ora, via il dente via il dolore, andiamo ad analizzare la cosa che più di tutte ci ha fatto storcere il naso: Nemesis. La mostruosa creatura nata nei laboratori Umbrella, nell’originale, era una minaccia costante con l’unico obbiettivo di eliminare gli agenti STARS, durante tutto l’arco della fuga di Jill da Raccoon City, con un climax finale a simboleggiare, finalmente, il trionfo dell’eroina su una minaccia così assillante. Nemesis era, nell’originale, una fonte di pensieri e preoccupazioni per tutto il gioco, dai momenti di relativa calma esplorativa, alle boss-fight. Non per niente, Nemesis era il sottotitolo ufficiale del gioco, quasi come a dire “Hey, mettetevi il cuore in pace, questa sarà la vostra principale fonte di grattacapi”. Questa cosa lo rese, come è lecito aspettarsi, una sorta di icona nel mondo di RE e dei videogiochi.

Sfortunatamente, la stessa cosa non si può dire del Nemesis di questo Remake. Sarà sempre una figura imponente, minacciosa e con un’aura di pericolosità innegabile (tra l’altro abbiamo adorato il re-design), il problema è che a parte durante l’esplorazione della zona Downtown di Raccoon City, Nemesis verrà poi usato in maniera molto scriptata, sporadica, e principalmente come boss in certi punti del gioco. Paradossalmente, non c’è assolutamente paragone con il Mr.X presente in RE2R, un incubo di 2 metri e mezzo in grado di seguire il giocatore letteralmente ovunque. E’ quasi ironico pensare che Mr.X sia in retrospettiva un “Nemesis” migliore del Nemesis stesso, ma è anche la realtà dei fatti.
Peccato.

Potreste esservi fatti l’idea, arrivati a questo punto, che RE3R sia da evitare come la peste. Sbagliate. Non è assolutamente così. I personaggi nello specifico, sono uno dei fiori all’occhiello dell’ultima produzione Capcom, con Jill e Carlos a rubare la scena. Merito sicuramente di Nicole Lee Tompkins e Jeff Schine, i doppiatori e attori mo-cap dei due protagonisti, in grado di regalare performance credibili, convincenti, e perchè no, anche divertenti. Lo stesso dicasi per il resto del cast, con una menzione particolare a Neil Newbon (Nikolai Ginovaef e Nemesis), assolutamente perfetto nel ruolo dei due main villain. Molto buona anche la resa audio del titolo, con tracce in grado di sottolineare quanto accade su schermo, dai ritmi adrenalinici delle scene di inseguimento, alle cadenze sincopate degli scontri contro Nemesis, passando per le misteriose sonorità delle fasi più esplorative, senza dimenticare l’iconica melodia delle safe-room, e il fantastico easter egg che potete ascoltare nel negozio di ciambelle, Moon’s Donuts. Stesso discorso per le varie armi, ognuna con un suo distinto timbro vocale, dal tuonare del fucile a pompa, al gracchiare aspro del fucile d’assalto. RE3R, sotto il profilo audio, è impeccabile.

Eccoci quindi alla parte conclusiva di questa review, pronti a tirare le somme. Che prodotto è questo Resident Evil 3 Remake? E’ una valutazione difficile: da una parte RE3R è un prodotto confezionato in maniera sopraffina, con livelli di produzione audio/visivi molto alti e con un gameplay che, seppur minato da alcuni difetti, continuerà a divertire e funzionare per tutti i playthrough che vi sentirete di fare. Dall’altra, purtroppo è stato il primo gioco Capcom uscito in tempi non sospetti in grado di farci alzare un sopracciglio. E’ dal 2017 che Capcom (gusti personali a parte) non sbagliava un colpo: Resident Evil VII, Monster Hunter World, Resident Evil 2 Remake, Devil May Cry V, tutti pezzi di artiglieria pesante, pezzi da novanta che hanno ricevuto all’unanimità il consenso di pubblico e critica. E ora, questo Resident Evil 3 Remake. E’ un brutto gioco? Per nulla. Poteva essere sviluppato meglio, specie prendendo in considerazione il prequel? Decisamente.

Noi ci sentiamo comunque in dovere di consigliarvelo, specialmente se siete fan della saga, senza farvi condizionare dall’aura di tossicità che ha permeato il lancio del titolo.

POWER RATING:
7.5/10
“Un titolo comunque imperdibile per i fan del franchise, per quanto minato da varie problematiche.”


PRO:
-Livelli di produzione al top
-Gameplay comprovato e divertente
-Alta rigiocabilità

CONTRO:
-Longevità campagna
-Nemesis “sprecato”

Posted by:Powerwave83

5 risposte a "#Review: #ResidentEvil3Remake – Jill alla riscossa"

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