Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da EastAsiaSoft
-Versione Testata: Xbox One

-Disponibile per: PlayStation 4, Xbox One, PC

Buon anno e benvenuti alla prima recensione di questo 2022! Speriamo sia un anno migliore di quello appena passato, ce lo meritiamo tutti. Ora, quale modo migliore per iniziare un nuovo anno videoludico se non (per noi, almeno) recensire un nuovo fighting game? Benvenuti alla recensione di Omen of Sorrow, picchiaduro a tinte horror sviluppato dallo studio Cileno Aone Games!

Innanzitutto, perdonateci per il sottotitolo della recensione, ma erano letteralmente decenni che sognavamo di aprire un articolo con una citazione verso una delle migliore sigle di tutti i tempi. Non conoscete Carletto, Principe dei Mostri? Male, rimediate quanto prima. Tralasciando questa divagazione verso un periodo in cui probabilmente molti dei nostri lettori non erano nemmeno nati, andiamo ad aprire questa recensione nello stesso modo in cui aprimmo, un paio di settimane fa, quella di Hollow 2 (non l’avete ancora letta? CLICCATE QUI immediatamente), ovverosia con un guessing-game: noi vi daremo degli indizi, e voi lettori dovrete indovinare di quale gioco stiamo parlando. Pronti? Iniziamo. Cosa pensereste se vi dicessimo che il gioco in questione, un fighting game 1 vs 1, raggruppa alcuni dei più iconici mostri della cinematografia classica? Come? Abbiamo sentito un timido “DarkStalkers” dal fondo della sala? No, no. Il gioco di cui stiamo parlando non è realizzato interamente in 2D con scenari e personaggi in pixel-art e non é nemmeno di origine nipponica. Pardon, abbiamo sentito un “Killer Instinct 2013“? Nemmeno. E’ Omen of Sorrow, piccolo progetto indipendente realizzato dal team di origine Cilena di Aone Games, ed ora andremo a vedere nel dettaglio se questo progetto vale la pena di essere giocato.

Iniziamo come di consueto guardando a quella che sarà la premessa per il quale i combattenti di OOS si vedranno riuniti per annichilirsi a suon di pugni e mosse speciali. Thalessa, Regina del mondo invisibile, sta cercando di annientare il mondo umano, ed é quindi per questo motivo che… sentite, la storia di Omen of Sorrow é quanto di più pretestuoso ci sia capitato di leggere in anni di recensioni, al punto che avremmo quasi preferito che il team di sviluppo ci avesse detto “…tutti vogliono combattere, e fine del discorso“. Qui invece, troveremo angeli caduti, signori dei vampiri, il mostro di Frankenstein, lupi mannari, succubi ed addirittura divinità con un trait d’union talmente sottile che pur leggendo le varie introduzioni della modalità arcade e provando ad unirle secondo un minimo di senso logico, non ne abbiamo cavato un ragno dal buco. Fatevi andar bene la storia del tutti contro tutti, e risparmiatevi un mal di testa. Fortunatamente, le vere qualità dei fighting games non sono da ricercarsi nelle loro trame.

Imperativo parlare, in un gioco simile, del roster di combattenti disponibile. Omen of Sorrow, fortunatamente, può vantare su partecipazioni piuttosto interessanti, per quanto vagamente derivative. Iniziamo questo tour virtuale con Gabriel, cupo protagonista con la peculiare caratteristica di avere lo stesso nome ed assomigliare al Belmont di Castlevania Lords of Shadows. E’ fondamentalmente lo shoto del gruppo, ed uno dei migliori con cui iniziare a farsi le ossa con il titolo. Viene poi Zafkiel, angelo caduto dotato di poteri e velocità sovrumane, nonchè mentore di Gabriel. Ricorda vagamente Sonya Blade (Mortal Kombat). Quasimodo è il tristemente famoso Gobbo di Notre Dame, incaricato dalla bella Esmeralda di proteggere il “Libro delle Lacrime”. E’ poi il turno di Imhoteph: Un uomo mummificato che afferma di essere stato un dio nei tempi antichi, fino a quando non fu tradito e smembrato. Ora che è tornato in vita come mummia, usa la magia per affrontare i suoi nemici. Dr. Hyde sarà il prossimo personaggio: Dopo aver impedito alla sua controparte umana, il dottor Jekyll, di sbarazzarsi di lui usando il veleno, il dottor Hyde usa le sue conoscenze scientifiche per assicurarsi che il dottor Jekyll non sia mai più un fastidio. Vladislav III è fondamentalmente il Dimitri di Darkstalkers, non fosse che qui il sopramenzionato Libro delle Lacrime ha trasformato un normale essere umano affetto da emofagia in un potente signore dei vampiri. Attenti a quello che desiderate… Se Vladislav é il Dimitri di Darkstalkers, Caleb il lupo mannaro é il Sabrewulf di Killer Instinct: ben poco si sa di questo individuo se non che tende a preferire i posti isolati. C’è poi Adam, altresì conosciuto come il mostro di Frankenstein, un gigantesco costrutto di ossa e sangue prelevati da cadaveri ed animati grazie a scienza e magia. Radegonda é un personaggio interessante: originariamente un’umana di nome Adelheidi che viveva pacificamente con la sua famiglia e il suo fidanzato, dopo che i suoi cari furono uccisi da creature malvagie Adelheidi usò la magia per diventare la vendicativa succube conosciuta come Radegonda. Infine, rimangono i personaggi extra: Thalessa, la regina del mondo invisibile che combatte evocando demoni e altri orrori indicibili, ed Arctorious, gigantesco cavaliere spettrale senza testa. Come aggiunta speciale a questa versione aggiornata per Xbox One, la sanguinaria contessa Erzsébet precedentemente scaricabile si unisce ora al roster principale, insieme a un enorme drago di sangue al suo comando. Come dicevamo, il roster di OOS é decisamente interessante.

Il gameplay di Omen of Sorrow sarà strutturato sulla base dei fighting games più conosciuti, con una particolare strizzatina d’occhio al classico Street Fighter 2. Saranno presenti le solite mezzelune, le super di diverso grado, i quarti di cerchio da effettuare e tutte le cose che avete imparato a conoscere in 30 anni di fighting games. Una delle cose migliori di questo fighter a 4 pulsanti è la sua meccanica di combattimento generale. Questo non funziona nella maggior parte dei giochi di combattimento, ma in Omen of Sorrow i giocatori sono quasi obbligati a giocare in modo aggressivo per avere successo. Oltre a recuperare la salute persa attaccando in Omen of Sorrow, c’è un sistema chiamato Fortune/Fate designato da un piccolo indicatore che mostra quanto sia aggressivo o passivo il giocatore. Se si utilizza uno stile di gioco aggressivo, si guadagnerà “Fortune”, che una volta al massimo mette il combattente in uno stato benedetto; in questo stato il guerriero scelto dal giocatore può concatenare le proprie mosse più facilmente per le combo. Se il vostro stile di gioco è difensivo, potrete massimizzare l’indicatore del Fato che vi maledirà per un periodo di tempo limitato; mentre è maledetto il giocatore non avrà accesso al proprio set completo di mosse. L’intero sistema è una boccata d’aria fresca per i giochi di combattimento secondo noi, non solo mantiene le partite piene di azione, ma aggiunge un ulteriore livello di strategia allo svolgimento degli incontri.

Passiamo ora alle note negative, perché, inutile nascondersi dietro ad un dito, OOS non ne è esente. Innanzitutto la prima cosa che noterete sarà una certa mancanza di frame di animazione durante i movimenti dei personaggi, cosa che risalterà ancora più all’occhio se si considera che di contro, i modelli poligonali paiono decisamente ben costruiti. La seconda cosa che noterete, è che il gioco è piuttosto scarno in termini di contenuti: Arcade, VS, Survival, Online. Tutto lì. Addirittura la modalità tutorial, fondamentale per qualunque picchiaduro, è stata ridotta a tre schermate in cui vengono spiegati i tasti, l’interfaccia, e una spolverata assolutamente non-esaustiva del sistema Fortune/Fate. Per finire, l’assenza più lampante é quella legata ad una modalità Story fatta e finita, o perlomeno più consistente che non gli spizzichi e bocconi visti nella modalità arcade. I personaggi ci sono, il background è interessante: Sfruttatelo!

Tirando le somme, noi ci sentiamo di consigliare questo Omen of Sorrow. E’ divertente, per la maggior parte è ben fatto, e l’ambientazione è sicuramente evocativa (adoriamo gli stage di gioco, molto interessanti). I personaggi sono immediatamente riconoscibili e la meccanica Fortune/Fate è in grado di rendere gli scontri tecnici ed appassionanti. Oh, vogliamo inoltre parlare della splendida colonna sonora? Tetra e cupa, sarà un ottimo accompagnamento per l’intera esperienza. E’ vero, i difetti ci sono, ma stiamo pur sempre parlando di un gioco indipendente, sviluppato da un team minuscolo. Provatelo, potrebbe essere un antipasto interessante mentre si aspettano le portate principali in tema fighting di questo 2022.

POWER RATING:
7.3/10
“Per alcuni versi acerbo, ma senza dubbio divertente, Omen of Sorrow potrebbe essere una sorpresa.”

PRO:
+Roster di personaggi interessante
+Meccanica Fortune/Fate ben fatta
+Fantastica colonna sonora

CONTRO:
-Mancanza di contenuti
-Dov’è il tutorial?
-Alcune animazioni mancano di frames

Posted by:Powerwave83

2 risposte a "Recensione: #OmenOfSorrow – “Che paura mi fan, Carletto, l’Uomo lupo, Frankie e Dracula!”"

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