Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da QUByte
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S, Nintendo Switch
QUByte e PIKO ci riportano nei gloriosi anni 90 con una versione aggiornata del classico Jim Power, nelle sue versioni a 8 e 16 bit!
Nel 2022, fondamentalmente qualunque cosa ormai è di facile accesso. Lo stesso discorso si può associare fondamentalmente a qualunque cosa/discorso/argomento: la moda? Numerosi modelli degli anni ’80 e ’90 sono stati riportati in auge e addirittura trasformati in prodotti continuativi (termine tecnico che indica la produzione su base annua). La musica? Sembra di essere tornati al 1985, tanto è forte l’influenza subita da artisti più o meno noti. I videogames? Beh, qui la situazione è leggermente diversa, ma non sono rari (tutt’altro) i progetti di riesumazione di franchise, titoli specifici, generi e brand in voga nei vent’anni tra il 1980 e il 2000. Abbiamo visto la riesumazione dei gloriosi picchiaduro a scorrimento (leggetevi la nostra recensione di Samurai Riot CLICCANDO QUI, troverete diversi link interessanti), abbiamo visto la resurrezione di tanti nomi iconici, e, per arrivare al nocciolo della situazione, anche di titoli vagamente oscuri, come questo Jim Power, originariamente pubblicato nel 1993 per Super Nintendo e PC (DOS, tecnicamente).

Ecco entrare i scena gli amici brasiliani di QUByte Interactive insieme ai texani di Piko, già responsabili di opere di retro-publishing quali The Humans Collection, oppure i di prossima pubblicazione Breakers Collection (che, come per qualunque fighting game, non vediamo l’ora di recensire) e Zero Tolerance… Ora, questa joint-venture brasiliano-americana ci regala come ultima uscita una versione particolare dell’originale Jim Power: The Lost Dimension 3-D. “Fermi tutti!” vi sentiamo esclamare, “come è possibile che un gioco in 3-D fosse già disponibile nel 1993? Il Super Nintendo aveva solo 16 bit!” Beh, non era fisicamente possibile per come lo intendiamo adesso, ovvio. Il punto è che all’alba degli anni ’90 il concetto di 3-D era qualcosa di estremamente cool e fantascientifico, e quindi, insieme agli occhiali 3-D inclusi nel gioco, progettati attorno all’effetto Pulfrich, fornì un’esperienza “3-D” unica per l’epoca.

La prima cosa che si noterà una volta avviato il gioco sarà la possibilità di scegliere tra una versione 16 bit dello stesso, ovvero quella canonica, oppure una a 8 bit, realizzata appositamente per questa riedizione. Jim Power è fondamentalmente un action platformer riconducibile ad altri capisaldi del genere, tra cui il leggendario Turrican o il glorioso Contra. Quello che accomuna il prode Jim a questi due mostri sacri sarà la difficoltà. Anche i nemici più basilari richiederanno diversi colpi per essere annientati, cosa che renderà gli ultimi livelli di gioco delle vere e proprie sfide, rese ancor più difficili dal fatto che, persa l’unica vita disponibile, dovrete ricominciare dall’inizio del livello. Per il resto, è tutto in linea con le regole base del genere. Potrete saltare e sparare, e proprio in relazione a quest’ultimo fattore, potrete potenziare la vostra pistola raccogliendo i diversi power-up disponibili e spesso posizionati in punti piuttosto ostici da raggiungere. Altra peculiarità di questo Jim Power 8 bit sarà l’alternarsi di livelli, come già detto, a scrolling laterale con livelli più simili ad uno shoot ‘em up, dove il nostro eroe svolazzera utilizzando il suo jet-pack. Normalmente questi livelli appaiono alla fine di quelli canonici e fungeranno anche da location per lo scontro con il boss di fine livello. Auguri, perchè vi faranno sudare le canoniche sette camicie. Ci è piaciuta questa “variante” di Jim Power, divertente e curata. Certo, sarà una sfida, ma non sarà mai impossibile. Proprio questo punto però, ci porta a dover parlare della seconda iterazione del gioco, ovvero quella a 16 bit.

Ed è qui che iniziano le magagne. Se abbiamo appena scritto che la sfida sarà ostica ma fattibile per JP8 (abbreviazione cool per indicare il Jim Power in versione 8 bit), il tasso di frustrazione derivante dal giocare a JP16 sarà decisamente più importante. Innanzitutto c’è da fare una premessa: Soffrite di motion-sickness? Se si, chiudete la recensione e passate a leggere altro. Sappiamo che è una affermazione abbastanza radicale, ma è così. Ricordate il discorso sul 3-D fatto prima? Bene, ci riferivamo a questo. Il problema è che JP16 sfrutta non uno, non due, ma ben tre livelli di parallasse, cosa che rende il muoversi nelle sezioni canoniche un qualcosa che metterà a dura prova i vostri occhi e il vostro stomaco. Immaginate la scena: vi muovete verso destra, lo sfondo più vicino a voi si muove in una direzione, il secondo in un’altra (opposta), ed il terzo, il più lontano, in un’altra ancora, con tre diverse velocità! Detto questo, se alla domanda relativa al motion-sickness avete risposto “no”, andiamo a vedere questo JP16 nel dettaglio.

Passare da JP8 a JP16 sarà una specie di shock, quasi quanto passare da un gioco PS1 al suo remake per PS5. La grafica di JP16 è un tripudio di colori, sprite, dettagli e quant’altro che farà la gioia di tutti gli amanti della pixel-art. Tutta questa cacofonia grafica però, avrà anche lo svantaggio di rendere il tutto veramente troppo affollato, a volte rendendo decisamente difficile valutare quale sia una piattaforma sulla quale atterrare e quale sia ad esempio solo un orpello scenico. In termini di gameplay, JP16 non si discosterà dalla versione precedentemente testata, perlomeno per quanto riguarda la fase relativa allo scrolling laterale. Dove cambierà invece, sarà in quelle più squisitamente “shmup”. Laddove in JP8 avremmo impersonato l’eroe mentre vola sostenuto dal suo jet-pack, in questa versione evoluta utilizzeremo direttamente l’astronave (Caccia stellare? Navicella? Scegliete voi), trasformando quindi il gioco in uno sparatutto fatto e finito. Non è tutto, perchè JP16 aggiunge una ulteriore modalità oltre alle due che abbiamo imparato a conoscere, ovvero una sorta di modalità esplorativa/action con visuale dall’alto che fa il verso a quelle imparate a conoscere con la saga di Contra.

Tirando le somme, Jim Power: The Lost Dimension è un prodotto particolare. Da una parte c’è la certezza che il titolo farà la felicità di tutti i fan di queste perle semi-oscure ripescate dagli anni ’90, dall’altra ci ritroviamo con un prodotto che, già all’epoca della sua pubblicazione originaria, era classificato come “bizzarro”. E’ estremamente difficile, metterà a dura prova la vostra vista, e si comporterà ancora peggio verso la vostra pazienza, ma per due motivi ben differenti: JP8 è “semplicemente” un gioco difficile, mentre JP16 mantiene la ripida curva di difficoltà, inasprendola però con controlli che ci hanno lasciato un po’ perplessi, non tanto in quanto a mappatura, ma in quanto a sensibilità degli stessi. Più di una volta ci è capitato di piombare verso morte certa semplicemente perché il gioco ha registrato due volte l’input del salto. Non sappiamo se era così già per le versioni originali, ma in questa riedizione, è sicuramente un problema.
POWER RATING:
6.8/10
“Se amate giocare a titoli semi-oscuri degli anni ’90, e nel frattempo siete alla ricerca di una sfida brutale ad un prezzo irrisorio, Jim Power TLD sarà il gioco per voi. Per tutti gli altri, dategli una chance, ma tenete bene a mente che dovrete chiudere un’occhio su alcune mancanze più o meno gravi.”
PRO:
+Bella varietà di gameplay
+Due titoli al prezzo di uno!
+All’epoca era tecnicamente superbo
+Presenza di tante opzioni come filtri CRT, Scanlines, ecc.
CONTRO:
-Difficilissimo, scoraggerà i più
-JP16 metterà a dura prova la vostra vista
-Rilevazione dei comandi problematica