Di Redazione PW83
-Codice Review fornito da Deep Silver
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, PC
Dopo un numero incalcolabile di annunci, date di lancio, smentite, cambi di sviluppatore, ritardi, ed ulteriori annunci seguiti da altri ritardi, finalmente Dead Island 2 é tra noi!
Finalmente Dead Island 2 è tra noi, ma è stato l’esempio perfetto di quello che viene definito, in gergo medico, un parto travagliato. Inizialmente sviluppato da Techland, l’originale team che si è poi dedicato allo sviluppo dei bellissimi Dying Light e Dying Light 2 (cliccate sui titoli per leggere le relative recensioni), il sequel dell’originale Dead Island finì in quello che viene comunemente definito come “development hell”, una sorta di limbo in cui raramente, no, estremamente raramente i progetti vedono la luce del giorno. Eppure, dopo diversi cambi di sviluppatore e relative visioni di gioco, ritardi, conferme, smentite, ed altri ritardi, da quel lontano annuncio del 2014 abbiamo finalmente la possibilità di recensire questo Dead Island 2. Ci sono voluti solamente nove anni, ma tant’è.
Ora, la prima domanda che vi salterà in mente sarà: “E’ valsa la pena aspettare tutto questo tempo?” La risposta arriverà, ma vi chiediamo di pazientare ancora qualche capitolo. La seconda domanda, invece, sarà relativa alla contestualizzazione del titolo. Il primo Dead Island era ambientato in Papua Nuova Guinea, decisamente un’isola, mentre questo sequel si svolgerà a Los Angeles, altrettanto decisamente tutto fuorché un isola. A meno che non si vada a prendere in esame la trama che fa da sfondo al gioco: Los Angeles, amichevolmente ribattezzata HELL-A (Los Angeles -> LA -> HELL (inferno) – A) è perduta. Perduta al punto che il governo degli Stati Uniti l’ha dichiarata Zona di Quarantena, una gigantesca gabbia in cui contenere le migliaia (milioni!) di zombie che l’hanno ridotta in questo stato. Voi impersonerete uno dei pochi sopravvissuti, inizialmente diretto verso uno degli aerei di salvataggio in partenza dalla città. Nulla andrà ovviamente come programmato, e non solo l’aereo si schianterà al suolo, ma verrete anche morsi; non male come inizio di giornata. Ad ogni modo, Los Angeles, ora una gigantesca Zona di Quarantena isolata dal mondo, può idealmente considerarsi alla stregua di un’isola, capito dove volevamo (noi e immaginiamo anche gli sviluppatori) andare a parare?

Questa era la premessa, sicuramente esplosiva ed adrenalinica, ma lo stesso non si potrà dire per come proseguirà. Ora, non sappiamo se la cosa sia dovuta al cambio di tre team di sviluppo e relative visioni in ambito narrativo, ma lo svolgimento di Dead Island 2 sarà una sorta di greatest hits di cliché e materiale già visto. A conti fatti, la trama stessa è letteralmente il copia/incolla di quanto già visto nei titoli che abbiamo già menzionato poco sopra, ovvero Dead Island (il primo), Dead Island Riptide, Dying Light, Dying Light 2, e per finire, aggiungiamo anche i vari Dead Rising, (l’altra) saga dedicata agli zombie di Capcom: epidemia, quarantena, sopravvissuti, [evento inaspettato], antidoto/cura miracolosa, ipotetica fuga. Tutto come da copione e, onestamente, ne abbiamo abbastanza. Peccato, perchè anche il tanto decantato black humor del trailer dell’annuncio pare essere andato perso. Ora rimangono solo personaggi per la maggior parte irritanti, linguaggi da scaricatori di porto, una timida critica verso lo status quo americano e lo stato della società odierna e ben poco altro. Fortunatamente, i pregi di questo Dead Island 2 non sono da ricercarsi nella narrativa, ma avrebbero sicuramente dato al gioco una marcia in più.

I pregi infatti, sono da ricercarsi nel gameplay, dove tutto fondamentalmente funziona e anche bene. Principalmente infatti, dovrete randellare, decapitare, mutilare o peggio ancora gli innumerevoli zombi che si metteranno sulla vostra strada. Dead Island 2 fa un ottimo lavoro nell’evolvere il suo combattimento in prima persona attraverso un’ampia varietà di nemici e armi, oltre a un sistema di combattimento soddisfacente, ben ponderato e dall’ottimo feeling. Ogni arma, che sia l’ascia di un pompiere, una chiave inglese, una mazza da baseball o una delle tante altre, è diversa e il sistema di creazione contiene dozzine di progetti che possono personalizzare ogni arma più volte, conferendo loro effetti di stato familiari ma comunque entusiasmanti, così come i buff per il vostro “Slayer” (scelto del roster di sei eroi del gioco). Con così tanta varietà di armi, gli zombi non sono da meno. La distinzione iniziale tra Camminatori, Corridori e Barcollanti non richiederà molto tempo per lasciare il posto a Schiacciatori simili a Hulk, Urlatori disorientanti e molto altro. Dambuster rimane fedele al mito del gioco originale reintroducendo molte delle stesse classi di zombi, anche se ora con più varietà nelle loro immunità uniche, come gli Urlatori elettrificati o gli Schiacciatori incendiati. Anche allora, il gioco introduce anche diversi nuovi tipi di non morti mai visti prima nella serie.

Se i combattimenti corpo a corpo sono la ciliegina sulla torta, anche per merito dello stupendo (in una sorta di macabra prospettiva) sistema di smembramento dei non morti dove ogni singolo colpo sarà in grado di lasciare il segno, il combattimento sulla distanza sarà assolutamente atroce. C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui le armi da fuoco funzionano in Dead Island 2, rendendo de-facto quasi inutile prendere la mira con il grilletto sinistro: avrete meno probabilità di mancare il bersaglio sparando dal fianco, cosa che rende immediatamente i fucili a pompa le armi migliori del gioco, grazie all’ampia rosata dei loro pallettoni. Bizzarro, ed ammettiamo che non ci è mai successo nulla di simile in più di 30 anni di carriera da videogiocatori.

Tecnicamente, Dead Island 2 è un bel gioco, inutile girarci attorno. Magari non sarà il nuovo punto di riferimento per il comparto grafico, ma tutto è estremamente definito e caratterizzato in qualunque comparto si stia prendendo in esame: personaggi, zombie, edifici e mappe in generale, il livello di dettaglio del gioco è indubbiamente alto. A livello sonoro nulla da dire: sia il doppiaggio (noi abbiamo giocato il gioco in inglese) che la colonna sonora sono funzionali e si adattano bene al contesto di quanto sta accadendo intorno a voi. Una cosa che ci ha fatto particolarmente piacere scoprire è il fatto che il gioco non sia un open-world, ma una collezione di mappe (più o meno grandi) che potrete esplorare liberamente. Questo ha permesso agli sviluppatori di concentrarsi sul renderle uniche e sul poter lavorare su dettagli che, inevitabilmente, sarebbero andati persi in caso di mondo aperto.

Tirando le somme, Dead Island 2 è un gioco decisamente particolare. Da una parte ci sono diversi fattori estremamente positivi, come il poter esplorare le diverse e meticolosamente create aree di gioco in cerca di segreti, il combattimento corpo a corpo in prima persona superlativo (ad oggi probabilmente il migliore dell’intero genere), e sistemi di crafting e di potenziamento del personaggio decisamente ben fatti. Dall’altra invece abbiamo una trama debole, personaggi praticamente intollerabili se avete più di 10 anni, e uno dei peggiori sistemi di combattimento con armi da fuoco che ci sia mai capitato di provare. La sensazione generale provata testando il titolo è che nel 2023, Dead Island 2 sia… “Superfluo”. La nave dell’hype ha lasciato il porto da un bel po’, e oggigiorno c’è già la saga di Dying Light a portare avanti il genere, laddove DI2 non inventa assolutamente nulla e anzi, al netto dell’ambientazione, è un collage di cliché già visti in dozzine di altri giochi. Al netto di tutto ciò, per un gioco in sviluppo da 9 anni che ha cambiato 3 team di sviluppo e che ad un certo punto venne addirittura dato per perso/cancellato, il risultato è comunque più che accettabile.
POWER RATING:
7.5/10
“Considerato l’iter che ha dovuto penare, già solamente il fatto che Dead Island 2 sia arrivato sul mercato è un piccolo miracolo. Il risultato finale di questa Via Crucis è un prodotto valido, seppur minato da alcuni difetti decisamente marcati.”
PRO:
+Combattimento corpo a corpo ottimo, in costante evoluzione
+Belle ambientazioni, esplorare le varie mappe di gioco é una gioia
+Il sistema di smembramento degli zombie è impressionante, sicuramente il nuovo riferimento
CONTRO:
-Trama scontata e personaggi irritanti
-Gunplay terribile
-Il gioco troppo spesso esagera con i nemici: Ok l’apocalisse zombie in una metropoli di milioni di abitanti, ma serve anche qualche attimo di pace
Un vero peccato, tutti quanti ci aspettavamo un grande titolo.
"Mi piace"Piace a 1 persona