Di Redazione PW83

-Codice Review fornito da Ratalaika Games
-Testato su Xbox Series X

Ratalaika Games ripropone, per la gioia di tutti i fan del genere e dei giocatori con qualche primavera in più sulle spalle, uno dei titoli più iconici dell’intera ludoteca del Megadrive!

Ah, gli shoot’em up. Oggigiorno pare che, grazie a nuove uscite, riedizioni, remaster, porting e via discorrendo, il genere stia vivendo una seconda giovinezza. Guardate solamente quanti ne sono apparsi sulle pagine del vostro sito indipendente preferito: Il Remake di Panzer Dragoon, il minimalista Binarystar Infinity, il delirante Q-YO Blaster, il futuristico Project AETHER: First Contact, il leggendario Raiden IV x MIKADO Remix… come vedete, per un genere così di nicchia è impossibile non notare come, nonostante tutto, i prodotti per fare felici i fan non manchino: sicuramente va molto peggio ai giocatori (come il nostro Caporedattore) appassionati di picchiaduro a incontri. Un’altra cosa deliziosa relativa alla lista di giochi appena menzionata? Pur appartenendo allo stesso macro-genere, ognuno di loro è assolutamente unico e meritevole di essere giocato. Dai bullet-hell a quelli 3D, passando per i twin-stick shooter, la ricetta per realizzare un buon sparatutto non è scritta nella pietra e si presta a innumerevoli “licenze poetiche”. Discorso che ci porta a parlare del titolo in esame, Gynoug, conosciuto negli Stati Uniti come Wings of Wor (“Le ali di Wor”, quest’ultimo il nome del protagonista) ed originariamente pubblicato per Sega Megadrive nell’ormai oscuro e dimenticato -tuoni e lampi in lontananza- millenovecentonovantuno

Gynoug, per smentire con precisione chirurgica quanto affermato poco sopra relativamente alla varietà e alla diversità dei giochi pubblicati per il genere sarà -nome a parte- quanto di più canonico possibile per l’epoca di pubblicazione originale. Si procederà per i vari livelli, obliterando letteralmente qualunque cosa appaia su schermo e raccogliendo diversi potenziamenti fino al confronto con il boss di fine livello. Una volta eliminato (sempre lasciando il beneficio del dubbio) si procederà al livello successivo e così via, fino allo scontro con il boss finale e, sempre che tutto vada bene, i titoli di coda.

Cosa differenzierà quindi questo Gynoug dalla concorrenza, e quale sarà il punto cruciale del voler riproporre un gioco così oscuro uscito letteralmente trent’anni fa? Innanzitutto l’ambientazione stessa del gioco, con una trama che, pur non riscrivendo i dettami della narrativa, si discosta dalle solite astronavi spaziali VS alieni quel tanto che basta per incuriosire il giocatore: I Reami del Paradiso Celeste vengono attaccati dalle armate demoniache di Iccus, a sua volta guidato da un essere conosciuto solo come The Destroyer (il Distruttore). L’angelo Wor deve quindi imbarcarsi in una avventura per annientare Iccus stesso e porre fine ai piani oscuri del Distruttore, possibilmente eliminando lui e la totalità dei suoi eserciti una volta per tutte. Come dicevamo, nulla di eclatante, alla fine è il solito pretesto per dare il via alle vostre sessioni di gioco, ma…

…ma a ben vedere non è l’unica cosa. Infatti, gli sviluppatori hanno approfittato di questo inusuale setting per dare libero sfogo alle loro velleità creative, realizzando alcune delle più intriganti e grottesche creazioni mai apparse. Menzione di nota per il secondo boss del quarto livello, senza dubbio il più disgustoso dell’intero gioco. Collegandoci al discorso vogliamo spendere due parole anche sulla grafica, assolutamente degna di nota considerati i tre decenni di età del progetto originale. Come si dice, il bello non passa mai di moda.

Così come non passerà mai di moda il gameplay, vuoi per la sua semplicità intrinseca, vuoi per la buona realizzazione, preservata anche in questa riedizione. Interessanti i power-up che sarà possibile acquisire giocando: dalle piume che incrementeranno la velocità del nostro eroe alle gemme rosse e blu che potenzieranno rispettivamente l’attacco primario e quello speciale. Come da copione, sarà possibile aumentarne gli effetti raccogliendone un numero maggiore. Parlando degli attacchi speciali, anche qui sarà presente una buona varietà: da sfere di energia orbitanti a fulmini in grado di infliggere danni devastanti, dalle fatine che agiranno come nostre guardie del corpo (?) a saette in grado di colpire un’area estesa dello schermo di gioco.

Tirando le somme, rivisitare Gynoug trent’anni dopo aver visto le recensioni sulle riviste dell’epoca è stata una piacevole sorpresa. Un po’ per il fattore nostalgia, senza ombra di dubbio, ma fondamentalmente perchè il titolo, di per sè, è oggettivamente buono. Se poi ci aggiungete la possibilità di riavvolgere la vostra partita (per imparare alcuni pattern o evitare una morte particolarmente imbarazzante) unitamente ad una comprensiva e personalizzabile modalità cheat (invincibilità, vite infinite, continue infiniti, magia infinita, ecc.) così come, ciliegina sulla torta, un prezzo d’acquisto irrisorio, avete tra le mani quello che può considerarsi come un acquisto obbligato.

POWER RATING:
8.0/10
“Gynoug è, a ragion veduta, un classico. Poterlo rigiocare ora, sulle console attuali, non ha prezzo. “

PRO:
-Un classico preservato
-Art-Design ispirato ed evocativo
-Gameplay affilato oggi come 30 anni fa
-Prezzo di acquisto irrisorio

CONTRO:
-Come ogni shoot ‘em up, non è per tutti

Posted by:Powerwave83

2 risposte a "Recensione: #Gynoug (#WingsOfWor) – #Xbox, #PlayStation, #NintendoSwitch"

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