Di Pierre Coppi
-Codice Review fornito da NumSkull Games
-Versione Testata: Xbox Series X
-Disponibile per: Xbox One, Xbox Series X|S, PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC (Steam)
Benvenuti a Final Vendetta, una lettera d’amore verso un genere che, sorprendentemente, sta tornando alla ribalta: i picchiaduro a scorrimento!
Cosa sta succedendo ultimamente? C’è qualcosa di decisamente strano che continua ormai da un po’ nel panorama delle pubblicazioni. Volete sapere cosa? Il ritorno di due dei nostri generi preferiti in assoluto, ovvero i fighting games, ed i picchiaduro a scorrimento. Il primo genere vede ormai una discreta dose di titoli rilasciati sul mercato in tempi non sospetti come KOFXV, Melty Blood, Phantom Breaker, VF5 Ultimate Showdown, Guilty Gear Strive, senza contare i prossimi DNF Duel, Breakers Collection, Capcom Fighting Collection, ecc. mentre il secondo, se possibile, sta spingendo ancor di più sull’acceleratore: TMNT Shredder’s Revenge, Samurai Riot, Dawn of the Monsters, River City Girls con altri due titoli della serie (RCG 0 e RCG 2) in arrivo, il sempreverde Streets of Rage 4, ed ora, a coronare il tutto, questo bel Final Vendetta, sviluppato da The Bitmap Bureau (già autori del bellissimo Xeno Crisis) e pubblicato da NumSkull Games.

Se per caso vi è sembrato che ci stessimo lamentando, lungi da noi. Anzi, se possibile è l’esatto opposto, stiamo celebrando la rinascita di un genere, quello dei picchiaduro a scorrimento, che per noi giornalisti non più “di primo pelo” é stata parte integrante della nostra gioventù.

Final Vendetta, dicevamo, fondamentalmente una lettera d’amore verso quelli che sono stati alcuni dei pionieri dell’intero genere a partire dal nome, chiaro rimando a quel glorioso “Vendetta” del 1991 pubblicato da Konami. C’è poi un miscuglio di citazioni/easter egg sparsi un po’ ovunque, dai personaggi, ai nemici, ai livelli (normali e bonus), Final Vendetta ha ben presente quali sono le sue fonti di ispirazione. Già la trama che fa da base al tutto è un chiaro, chiarissimo, lampante riferimento ad uno dei capisaldi del genere: Final Fight. Una organizzazione malvagia, la Syndic-8, un telefono che suona, una persona rapita, in questo caso Juliette, sorella di uno dei protagonisti, una missione per salvarla. Deja vu? Andate a rigiocarvi Final Fight (possibilmente nella Capcom Arcade Stadium, di cui potete leggere la recensione CLICCANDO QUI) e tornate a farci sapere. Anche i personaggi, dicevamo, sono un rimando ai classici: Claire Sparks è fondamentalmente Blaze Fielding di Streets of Rage, Duke Sancho un ibrido tra Cody di Final Fight e Axel Blaze di Streets of Rage, e per finire Miller T. Williams è fondamentalmente il classico Wrestler (Haggar di FF, in questo caso) meno svestito e con un paio di occhiali decisamente anni ’80.

C’è poi il gameplay, anch’esso decisamente reminiscente delle glorie passate, pur con una serie di migliorie prese dalle pubblicazioni più recente. Attenzione, i comandi indicati saranno basati sul controller Xbox, console scelta per la prova: Avremo quindi la classica combo base (X, X, X, X), la Super mossa attivabile con X+A, un colpo in grado di colpire i nemici alle nostre spalle X+Y, A per il salto, a cui sarà possibile abbinare diversi tasti per differenti metodi di attacco, e soprattutto, cosa rara per un gioco simile, sarà possibile parare premendo il tasto B. Ci sono poi tutta una serie di abilità legate semplicemente alla croce direzionale che vi permetteranno di raggiungere una mobilità superiore, come la corsa (doppio tap a SX o DX) e soprattutto la schivata, effettuabile con una rapida doppia pressione di Su o Giù. Non è finita, perché come da tradizione saranno presenti i “Grab” con diverse finalità: premete il tasto di attacco e tempesterete il nemico di colpi, premete il tasto della mossa speciale e lo colpirete con una “finisher” (ottima dopo una stringa di colpi normali), premete una direzione ed il tasto d’attacco e lancerete il vostro nemico, causandogli danni e coinvolgendo tutti i nemici presenti nella zona di atterraggio.

Tecnicamente siamo di fronte a un titolo dalla forte identità grafica. Interamente realizzato in 2D con una splendida pixel-art, il gioco è, anche qui, un forte rimando al mondo dei (migliori) beat ‘em up a scrolling laterale. Dovessimo fare un paragone con qualcosa di tangibile, non citeremmo un gioco bensì una console, il Neo-Geo, all’epoca letteralmente la miglior macchina disponibile in commercio per quanto riguardava fighting games e beat ‘em up. Gli sprites utilizzati, sia per i protagonisti che per i nemici, sfoggiano un invidiabile livello di dettaglio, con colori vividi ed animazioni decisamente articolate. Stessa cosa si può dire per i vari stage, che pur rappresentando l’ormai classico iter delle produzioni di questo genere (Strade, metropolitana, covo del boss, etc.) risultano piene di dettagli pur non risultando mai invadenti o in grado di minare il flow di gioco. Anche a livello sonoro il titolo si difende più che decentemente, con tracce audio realizzate da Utah Saints e Featurecast.

Ed ora veniamo nostro malgrado al punto dolente di quella che fino ad ora sembrava la recensione di un gioco in grado di competere con il meraviglioso TMNT pubblicato proprio pochi giorni fa. Innanzitutto dobbiamo menzionare come la difficoltà generale di questo Final Vendetta sia decisamente, e intendiamo decisamente, alta. Avrete la possibilità di scegliere tra Facile e Difficile, ma in tutta onestà, non abbiamo trovato quella gran differenza. Preparatevi a sudare le canoniche sette camicie. A questo poi va aggiunto un comportamento decisamente pessimo della IA. Purtroppo, spesso e decisamente malvolentieri siamo stati “inchiodati” in loop dove venivamo sbattuti a terra, e una volta rialzati (mancando una funzione di tech-roll-in-wakeup) venire bloccati ancora e massacrati fino a quando, inevitabilmente, non perdevamo una delle vite disponibili. Anche alcuni degli attacchi nemici ci hanno lasciati perplessi, come il danno ricevuto dall’attacco di Slasher, un nemico armato di pugnali da lancio, in grado di cancellare letteralmente il 50% della nostra life-bar.

Capiamo la volontà di replicare anche la difficoltà dei giochi dei primi anni ’90, ma quando una scelta simile va un po’ a ledere l’esperienza complessiva, vien da chiedersi se ne valeva effettivamente la pena. Detto questo, si può vedere questo ostacolo anche sotto una luce differente: Si, il gioco è difficile, ma questo può valere come incentivo per migliorarsi e studiare con dedizione le varie meccaniche in atto.

Tirando le somme, a noi questo Final Vendetta è piaciuto, e non poco. Sarà che siamo degli inguaribili romantici, sarà che è parte di questo Rinascimento del genere beat ‘em up oppure sarà, soprattutto, che il gioco è ben fatto e divertente, ma ci sentiamo in dovere di consigliarvelo.
POWER RATING:
8.0/10
“Final Vendetta è, senza se e senza ma, una lettera d’amore verso i capisaldi di un genere che sta (finalmente) tornando alla ribalta. Consigliatissimo!”
PRO:
+Graficamente ben fatto, un chiaro rimando agli anni ’90
+Gameplay interessante, e ottime meccaniche di combattimento
+Colonna sonora decisamente ben fatta
CONTRO:
-Difficile, molto difficile. Troppo?
-Indecisioni nella percentuale dei danni
2 risposte a "#Review: #FinalVendetta – Le strade si riempiono di rabbia nel combattimento finale!"